| Una bimba scrive a Babbo Natale ...ma non riceve il dono sperato.
Una ragazzina partecipa a un concorso letterario ... ma non riceve il primo premio.
Un donna sogna di diventare scrittrice ... ma sarà insegnante, archeologa, infine bibliotecaria.
Ma la bimba, la ragazzina, la donna non hanno mai perduto la loro fiducia nel potere demiurgico della parola scritta: anche se la vita ha riservato loro delusioni, sofferenze, sconfitte, per mezzo della scrittura hanno continuato ad avere fiducia, interesse, passione ...
La bimba, la ragazzina, la donna che sono in Ce lia appaiono in questo breve brano autobiografico come tre fotogrammi che si ricompongono, alla fine, in un'unica immagine.
E il lettore sente la forza che la anima, nonostante la malattia (appena accennata, con pudore, all'inizio, quando cita l'utilità, per lei, dell'uso del PC e sintetizzata, poi, nell'anticlimax insegnante-archeologa-bibliotecaria, che ci fa comprendere la progressiva necessità di adeguarsi ad una realtà che le si chiude attorno).
Il racconto rappresenta con efficacia come scrivere abbia un valore catartico, compensativo, liberatorio: non importa se la realtà non è quella che desideriamo, se la nostra mente ha il potere di andare oltre la siepe leopardiana degli ostacoli che la vita ci mette dinnanzi e di immaginare un mondo creato da noi, dove tutto diventa possibile.
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