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I COLORI DELLA MIA CITTA'

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Renata Galderisi
view post Posted on 28/7/2014, 01:09     +1   +1   -1




I COLORI DELLA MIA CITTA’



Il blu del mare mosso dal Grecale,
il bianco e il nero delle nubi ansanti,
l’oro del sole dopo il temporale,
scuri gli scogli aguzzi a me davanti,

scorci di verde di stentate aiuole,
rosse le strette crose misteriose,
fuga grigia di ardesie civettuole
dai tetti aperti su terrazze ascose,

luce violenta e calda dell’estate,
dolce e lento crepuscolo sfumato,
stelle bianche nel cielo ritagliate

nel manto azzurro della notte, bello,
brune colline, tutte a guardia intorno:
guardo Genova e vedo un acquarello.




Renata – luglio 2014
 
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view post Posted on 28/7/2014, 07:28     +1   -1

Emozione

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Molto affascinante!
 
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view post Posted on 28/7/2014, 07:48     +1   -1
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Oltre l'Emozione

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La poesia mi è davvero piaciuta, brava ma...
L'amore per la propria città, a volte ci fa vedere il bello dove ormai non esiste più a causa della negligenza degli uomini
 
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Ennio Iannuzzi
view post Posted on 2/7/2015, 03:34     +1   -1




... Renata, posso farti una domanda tecnica?

Schema di questo sonetto:
ABA CDC EFE GHG

... allora ...
Mi sembra che le due quartine, di solito, sono composte da due rime con diverse modalità, tipo:
ABAB ABAB ma anche con quattro rime, tipo ABAB CDCD

Per quanto riguarda le due terzine, trovo di solito due rime, ma anche tre, tipo:
CDC DCD oppure CDE EDC

Ma con quattro rime come in questo caso, non mi risulta di averlo mai letto.

Mi dici la tua, tanto per capire?
Ciao
 
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Renata Maria Galderisi
view post Posted on 2/7/2015, 22:41     +1   -1




allora... il sonetto del 1200, inventato, pare da Jacopo (o Giacomo) da Lentini, poeta della scuola siciliana, prima letteratura amorosa in volgare in Italia e, forse, prima letteratura in volgare (se il "Cantico di Frate Sole" di S. Francesco non è antecedente di un paio d'anni, cosa ancora in discussione e non facile da chiarire, visto che la lett. siciliana ci è pervenuta tradotta in toscano in un manoscritto posteriore di una cinquantina d'anni), era molto musicale perché accompagnato da strumento a corde e rimava ABABABAB, con ritmo pari, nelle due quartine, e CDECDE, con ritmo dispari, nelle due terzine, dette anche sìrima o sirma. Quando, poi, l'uso del sonetto fu ripreso nel corso dei secoli da varie correnti (dai petrarchisti del '500 ai giorni nostri), la sua metrica fu svincolata dall'accompagnamento musicale, che cadde in disuso e divenne più libera. All'endecasillabo, ad esempio, si affiancò il settenario, alla rima alternata la rima incrociata, nelle terzine anche la rima incatenata, ecc. Nelle letterature straniere, come la francese e l'inglese, la lbertà di rima è ancora maggiore ...............
A questo punto, perché non dovrei avere io la libertà di far rimare la sìrima EFEGHG ?
 
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Ennio Iannuzzi
view post Posted on 3/7/2015, 04:13     +1   -1




CITAZIONE (Renata Maria Galderisi @ 2/7/2015, 23:41) 
allora... il sonetto del 1200, inventato, pare da Jacopo (o Giacomo) da Lentini, poeta della scuola siciliana, prima letteratura amorosa in volgare in Italia e, forse, prima letteratura in volgare (se il "Cantico di Frate Sole" di S. Francesco non è antecedente di un paio d'anni, cosa ancora in discussione e non facile da chiarire, visto che la lett. siciliana ci è pervenuta tradotta in toscano in un manoscritto posteriore di una cinquantina d'anni), era molto musicale perché accompagnato da strumento a corde e rimava ABABABAB, con ritmo pari, nelle due quartine, e CDECDE, con ritmo dispari, nelle due terzine, dette anche sìrima o sirma. Quando, poi, l'uso del sonetto fu ripreso nel corso dei secoli da varie correnti (dai petrarchisti del '500 ai giorni nostri), la sua metrica fu svincolata dall'accompagnamento musicale, che cadde in disuso e divenne più libera. All'endecasillabo, ad esempio, si affiancò il settenario, alla rima alternata la rima incrociata, nelle terzine anche la rima incatenata, ecc. Nelle letterature straniere, come la francese e l'inglese, la lbertà di rima è ancora maggiore ...............
A questo punto, perché non dovrei avere io la libertà di far rimare la sìrima EFEGHG ?

Renata,
su quella che è stata l'evoluzione del sonetto, ho letto molte cose in giro ...
la mia curiosità verteva principalmente sul secondo verso della seconda terzina ( H ) che non trova rima con nessun altro verso.
Non riscontro, per altro, attinenza con una sirima come tu affermi.

La mia non voleva essere una critica (la poesia mi è piaciuta) ... volevo solo sapere se, inserire un verso "anomalo", fosse contemplato in qualche forma particolare di schema riportata in letteratura.

Se ho ben capito dalla tua risposta, il fatto non mi sembra legato ad uno schema particolare, come non credo che tu non sia riuscita ad evitare tale verso "anomalo" per non compromettere il tuo sentire.

Quindi, dire che uno è libero di "inventarsi" una variante anche per uno schema ben definito come il sonetto, è come dire che uno è libero di fare ciò che vuole.
Lo stesso concetto potrebbe essere applicato ad una qualsiasi altra "trasgressione" delle regole (... inserire ottonari, nonari ... quintine anzi che quartine o terzine ... e così via)
Ho sempre asserito, comunque, che per "trasgredire", occorre conoscere bene la materia ... e so che tu la conosci.

Tutto bene!
Grazie
 
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view post Posted on 3/7/2015, 09:49     +1   +1   -1
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Oltre l'Emozione

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per "trasgredire", occorre conoscere bene la materia

Infatti come Picasso, giunse al cubismo dopo aver studiato all'Accademia dell Belle Arti di Barcellona.
Dipinse quadri dal forte impatto accademico, come la "Prima Comunione" della sorella.
Dipingeva divinamente, ma quello lo sapevano fare tutti, questo lo annoiava.
Sperimento' ed intraprese strade diverse, che lo portarono otre le logiche accademiche.
La sua ambizione disegnare con la purezza di un bambino e alla fine raggiunse il suo scopo.
Forse per la poesia è la stessa cosa le regole imbrigliano la creatività,
la ricerca della purezza delle rime obbligano ad adattare un testo alla metrica, ma non sempre con le parole veramente sentite.
Anche per la poesia occorre qualche compromesso così' come per la vita....
 
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Renata Maria Galderisi
view post Posted on 3/7/2015, 23:05     +1   -1




sono d'accordo ... uno dei poeti più insopportabili che io conosca è, ad esempio, Vincenzo Monti, virtuoso della forma, neoclassico (con incursioni nel preromanticismo, da sperimentalista), ma... senza anima, senza la capacità di far emozionare... il suo capolavoro, infatti, è la traduzione dell' "Iliade", perché, in quel caso, le emozioni (e quante) sono di Omero (chiunque fosse e ammesso che sia mai esistito) ... viceversa, nel Pascoli (ancora oggi poco conosciuto da molti, se non nell'immagine stereotipata e molto fasulla che deriva da qualche lirica imposta perché ritenuta "facile" ai bambini delle elementari) la perfetta conoscenza e l'amplissimo uso di tutta la metrica italiana, latina, greca, provenzale ed altro non sono appariscenti, anzi, sono nascosti ad un orecchio non allenato perché sono fine a se stessi né erudizione esibita, ma soltanto il contenitore di un ricchissimo mondo interiore ... così il suo ricchissimo lessico, che spazia dal pe-grammaticale al grammaticale al postgrammaticale ... ma questa è un'altra storia ....
 
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Renata Maria Galderisi
view post Posted on 3/7/2015, 23:21     +1   -1




a proposito di metrica, io non ho, come molti, l'incubo ricorrente dell'esame di maturità, se non per quanto riguarda la prova di educazione fisica (eh, sì, si faceva anche quella, oltre ad essere esaminati su tutte le materie, scritte e orali, e sul programma di tutti gli ultimi tre anni) e tra chi mi legge solo Electra può capire il perché: gonna a pieghe, con sotto mutandoni neri con elastico in vita e al polpaccio .... il vero incubo è, invece, ricordare il pre-esame scritto del primo esame di latino all' Università: il prof. Dellacorte, il più insigne latinista italiano del tempo, voleva, però, scremare gli studenti prima che si presentassero all'orale e i poveretti dovevano prima superare una prova a domandine sui testi latini letti integralmente (un'infinità), tra le quali ce n'era una che chiedeva quale era l'albero che cresceva nel giardino della villa di Augusto (Svetonio, Vite dei Cesari), di cui ignoro ancora oggi la risposta e, poi, un terrificante dettato di metrica (senza, quindi, tempo per pensare, istantaneo), che chiedeva, ad esempio: asclepiadeo minore - strofa alcaica - ecc. ecc. ... veramente angosciante e, soprattutto, assurdo rispetto alla vastità degli autori, delle tematiche, delle opere e delle correnti della letteratura latina e dei testi da leggere ... di ben altra soddisfazione, poi, arrivare davanti a lui, il celebre prof., e poter ragionare delle opere di Ovidio (lì'importanza dell' "Ars amatoria", la bellezza delle "Metanorfosi", ecc. ecc.), la sua passione
 
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view post Posted on 4/7/2015, 00:46     +1   -1
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Una città splendida che tu hai descritto benissimo.
 
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Renata Maria Galderisi
view post Posted on 4/7/2015, 23:40     +1   -1




Pier, non ho descritto la "rumenta" per terra, che tu hai visto domenica, perché spero fortemente che si tratti di un degrado temporaneo, destinato a migliorare, se non a risolversi del tutto ... su Facebook c'è un gruppo che si chiama "Sei della Foce se" e, poiché è il mio quartiere (la zona che va dal mare, foce del Bisagno- zona Fiera-uscita dalla Sopraelevata-parte del lungomare fino ad arrivare, come limite nord, alla massicciata della ferrovia che è dietro al mio palazzo), leggo e scrivo commenti vari e al mio "Genova non è MAI stata sporca come in questo momento, da quando ho memoria", il presidente del consiglio di circoscrizione mi ha risposto "ma sta migliorando, stiamo riaprendo i giardini di Brignole, ecc. ecc." ... speriamo per il futuro ...
 
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view post Posted on 6/7/2015, 12:53     +1   -1
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Le città non si sporcano da sole, le sporchiamo anche noi con la nostra indifferenza.
Per prima cosa smettiamo di pensare che siano gli altri a pulirla, iniziamo noi
...
 
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