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Un caco verde abbrustolito

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MARILISE
view post Posted on 11/12/2012, 19:16     +2   +1   -1




UN CACO VERDE ABBRUSTOLITO

Era la prima cosa che vedevo aprendo la porta: il sentiero che aggirava la casa di Pietro, il fornaio che, bianco di farina, immaginavo davanti al forno rosso di fuoco e gonfio di forme di pane. Poi la strada saliva e s’inerpicava contro la collina tra le pietre e i filari spogli dei vigneti.
La scuola appariva laggiù, oltre i cespugli di nocciole e i campi di trifoglio. Quando scendeva la neve tutto diventava bianco e non riuscivo a riconoscere neppure la strada. I piedi mi si gelavano sotto lo strato di neve e quando arrivavo davanti alla scalinata della scuola salivo e scendevo i gradini due a due per dieci volte, quindici, venti, finché riuscivo a scaldarmi un poco e smettevo di zoppicare per via del dolore che m’impediva di piegare le dita.
Mi piaceva la scuola, anche se non sempre riuscivo a fare bella figura e la maestra, la signora Teresa, mi sorrideva e mi diceva che avrebbe parlato volentieri con il papà.
Il mio papà però non veniva mai a parlare con la signora Teresa, diceva che non aveva tempo da perdere, che era stanco e che comunque io a scuola ci sarei andata ancora per poco, il tempo che occorreva a farmi imparare a scrivere e a leggere. Poi non sono mai riuscita a sapere cosa sarebbe successo. Forse lui, mio padre, mi avrebbe mandata in una scuola di città. Forse avremo buttato un po’ di cose, quelle rotte intendo, e ci saremmo trasferiti in un posto meno umido e con vicini più simpatici.
Ho sempre pensato che i grandi hanno troppe cose a cui pensare. Tutte cose importanti, quelle che i bambini come me non devono e non possono capire. A volte, quando c’era ancora la mamma, prima che un angelo se la portasse via senza darmi la possibilità di salutarla un’ultima volta con un bacio sulla guancia, li sentivo parlare forte, anche urlare. C’erano sempre i soldi di mezzo e il lavoro della mamma alla Polveriera che la obbligava a stare fuori, a fare i turni e non aveva più la forza né la salute di occuparsi della casa e del marito. Io la vedevo la mamma che si disperava, piangeva, dimagriva. La notte sentivo i suoi lamenti, piangevo con lei e pregavo la Madonna di farla guarire. Mi alzavo, le andavo accanto, le stringevo la mano.
«Non preoccuparti mamma, ci penso io alla casa e a papà.»
Lei mi guardava, mi sorrideva, mi accarezzava. Quel sorriso illuminava tutta la stanza e quella carezza riscaldava il mio cuore.
Lei si quietava e io tornavo a dormire e speravo di sognare e di svegliarmi in un altro posto con lei e papà che mi facevano giocare.
Mi alzavo che era ancora buio, rabbrividivo a buttarmi l’acqua gelata sulla faccia, mangiavo un caco verde, abbrustolito la sera prima sulla cenere del camino e andavo alla fontana della piazza a prendere l’acqua per papà. Lui non diceva mai niente, nemmeno mi guardava. La barba gli scuriva il viso, sembrava più vecchio degli anni che aveva. La sera non usciva mai, lo vedevo spesso appoggiare la testa sulle braccia incrociate sul tavolo della stanza. Si addormentava e russava, russava in maniera terribile e io mi raggomitolavo contro il muro, pensavo alla mamma, al paradiso, all’angelo che me l’aveva portata via per sempre. Mi addormentavo con l’odore del mio sudore che si confondeva con quello della paglia e della legna bruciata di cui il materasso era impregnato.
L’uscita da scuola era il momento più brutto di tutta la giornata. Mi sedevo sui gradini della scalinata e guardavo i miei compagni correre incontro alle mamme che li attendevano fuori dal cancello arrugginito. So anche cosa li aspettava dopo: una tavola apparecchiata, cibo, una bottiglia d’acqua, magari quella con le bollicine delle cartine, la nonna seduta a sferruzzare, il camino acceso e l’attesa del papà tutt’altro che nervosa.

Ecco, speriamo che la signora Teresa non se ne accorga, papà sta russando e tanto a lui non importa niente di quello che faccio; ho strappato un foglio dal quaderno a righe e ho scritto una letterina a Babbo Natale:

Caro Babbo Natale,
tu mi conosci già, inutile che ti dica come mi chiamo. Non sono neppure sicura
di essere stata brava e per questo non ho pretese di regali costosi da farti. A
dire la verità non so neppure come sono fatti i regali costosi. Non voglio giocattoli,
neppure scarpe, vestiti, cappotti.Forse ti sembrerò un poco,strana e forse lo
sono ma quello che vorrei, che desidero con tutta me stessa è la cosa più semplice
e naturale che ci sia, quella che tutti i miei compagni e le mie compagne di scuola
hanno e che io non ho: una famiglia. Vorrei una mamma,un papà, dei nonni e il
calore di una tavola apparecchiata. Vorrei che per una volta il mio papà mi
sorridesse e che tutti insieme, la mamma, il papà e i nonni fossero seduti a tavola
con me e mi chiedessero della scuola, della signora Teresa, dei voti che prendo e
delle cose che mi piacerebbe fare.
Ecco, nient’altro. Solo questo.
Accetta un mio bacio come promessa per un altro anno di bontà.
 
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view post Posted on 11/12/2012, 19:33     +1   +1   -1
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Emozione Grande

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Bellissimo brano pieno di umile sentimento e raccontato con delicatezza.
Un bel fiore.
brava
 
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view post Posted on 11/12/2012, 19:55     +1   -1
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Oltre l'Emozione

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buon-natale-16

 
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view post Posted on 12/12/2012, 00:08     +1   +1   -1
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Emozione Grande

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le ferite dell'infanzia, dicevamo...una bambina senza più la mamma e un papà chiuso in se stesso...argomento toccante e dolente, che tratti con sobrietà e pudore, facendo immedesimare chi ti legge in questo desiderio di normalità, di una famiglia, che è l'unica cosa di cui un bambino ha veramente bisogno...quante belle pagine di sentimenti veri sta suscitando questo concorsino di Natale...
 
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bob.n
view post Posted on 12/12/2012, 08:50     +1   +1   -1




l'importanza dell'armonia familiare è la richiesta a babbo natale di un sogno irrealizzabile, ma profondamente sentito.

Una pagina che tocca il cuore
 
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Nadia Consani
view post Posted on 12/12/2012, 09:37     +1   +1   -1




Mi sto rendendo conto che il "nostro" Babbo Natale non dovrebbe spendere tanti soldi per regali costosi, ma il suo compito è molto più difficile, perché dovrebbe trovare una montagna di filo per ricucire troppe ferite.
Credo che non ci potrà accontentare o almeno non tutti gif





Ti ABBRACCIO
 
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ros@ly
view post Posted on 12/12/2012, 11:14     +1   +1   -1




bel racconto, scritto in maniera impeccabile e con dentro una storia ed emozioni!
mi ha intenerito questa bimba che a babbo Natale chiede solo una famiglia "normale"...
 
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MARILISE
view post Posted on 12/12/2012, 20:52     +1   +1   -1




Nonceunnick...
grazie del fiore, mi piacciono moltissimo.

Electra
magari avessi avuto una casa così. Grazie.

Renata
Sì, incredibile ma quando si attinge dal passato personale c'è sempre qualche ricordo che ti scuote e commuove. E tu lo sai bene...

bob.n
grazie bob, toccare il cuore del lettore è il regalo più grande per un autore.

Nadia C.
sì, hai ragione ma i desideri di un bambino hanno spesso il profumo di casa.
Contraccambio l'abbraccio.

Rosaly
sai, quando la storia è un po' realtà, le emozioni spesso traboccano. Grazie per questa tua tenerezza.
 
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view post Posted on 13/12/2012, 12:11     +1   +1   -1
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Oltre l'Emozione

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Dolce e lieve
come la neve





Ho letto la prima parte del racconto immaginandomi un quadro di Monet...
Per tutto il resto, che la neve con il suo candido manto possa e lenire le tue sofferenze

Edited by il caravaggio - 2/1/2013, 10:24
 
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skila
view post Posted on 13/12/2012, 12:57     +1   +1   -1




bambino-speranza

gli occhi di una bambina cresciuta troppo in fretta
 
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view post Posted on 13/12/2012, 13:53     +1   +1   -1
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Emozione Grande

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bellissima questa foto
 
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view post Posted on 13/12/2012, 14:26     +1   +1   -1
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Oltre l'Emozione

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Ci sono letterine di Natale che non vorrei mai smettere di leggere, ieri sera ero qui a leggere la tua da almeno un'ora e non mi vergogno di confessarlo, avevo gli occhi lucidi e la testa legata al tempo passato...mi era tornato alla mente uno scannagrilli, come mi chiamava mia zia, che la sera il caco abbrustolito sotto la cenere del camino se lo portava a letto per mangiarlo quando tutti dormivano, a volte era un po' di polenta, o un pezzo di pane raffermo, ma sempre nel mio letto...Mentre leggevo mia nipote mi ha abbracciato per le spalle mormorando...nonno fai piangere anche me!

La chiusa di questo commento lo lascio a babbo Natale...Buon Natale Marilise o come ti chiami...Ora mi hai messo davvero nei guai, a chi dovrò darlo il mio voto?...Forse non lo darò a nessuno, perché quelle che ho letto sono tutte letterine da 10 e lode...e ora come faccio?
 
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MARILISE
view post Posted on 14/12/2012, 00:33     +1   +1   -1




il caravaggio
un bel quadro, non c'è che dire. È vero, i ricordi spesso sono lievi come la neve ma troppo freddi da tenere dentro, meglio impellicciarsi e camminare, anzi, correre. Ti ringrazio per le belle parole.

Skila
veramente bella questa immagine, trasmette emozioni. Anch'io guardavo la fiammella di una lampada, però era a petrolio. L'aria puzzava ma la paura diminuiva e io mi addormentavo. Grazie.

Renata
probabilmente tu, come questa bambina, sognavate già davanti a una lampadina.

mcb
carissimo Mario, confesso di aver sentito e letto per la prima volta di qualche altra persona che i cachi li mangiava verdi e abbrustoliti. È vero, la fame era davvero tanta. Mi spiace avere rimosso certi ricordi che forse sarebbe stato meglio fossero rimasti sopiti dentro di te. A volte ripensi a quel che è stato, a quel che hai passato e le cose che oggi trovi brutte e difficili da digerire, improvvisamente ti sembrano meno orribili, meno gravi, insomma più accettabili ma subito dopo ti accorgi che il brutto è sempre brutto, in qualunque modo lo guardi, allora ti butti in un pensiero diverso, anche solo uno sguardo al cielo.
Grazie per questa tua sensibilità.
 
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oissel@
view post Posted on 14/12/2012, 09:22     +1   +1   -1




Un brano ben scritto e che induce a non dimenticare quante difficoltà incontrano spesso i bambini.
Voglia di serenità, di pace e di un contesto familiare caldo e accogliente sono un'aspirazione normale per tutti i bambini.
Condivido il messaggio.
Oissela
 
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costanza pocechini
view post Posted on 14/12/2012, 10:30     +1   +1   -1




torno
In questi caso, neppure eccezionale purtroppo, aiutarsi con
l'empatia, aiuta, sei poi la persona è sensibile, come leggo,
sa avvertire fino nell'Anima.
 
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57 replies since 11/12/2012, 19:16   873 views
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