Foto: Francois Girardon, Apollo and the Nymphs (1666-73); Apollo Grotto, Versailles
Tu delle Muse capo in Elicona,
che a sue sorgenti sacre trovan danza,
futuro tu ci sveli e a Pizia dona
di profetar in versi il dì che avanza.
Tu che prendesti ad Helios l’astro Sole
e fosti auriga nel condurlo in cielo
perché la Terra luce e vita vuole,
del sacro Sol invictus fosti velo,
proteggi l’arti ed in particolare cura
le umane pecche con la medicina
che Esculapio poi portò a fattura.
La Musica che a te fu cara e dono
di Giove Zeus e di Lato divina
acqueti l’alme nostre col suo suono.
Nota: Apollo è una divinità dell’antica religione greca, dio delle arti, della medicina, della musica e della profezia; in seguito fu venerato anche nella religione romana.
Era patrono della poesia, in quanto capo delle Muse, e viene anche descritto come un provetto arciere in grado di infliggere, con la sua arma, terribili pestilenze ai popoli che lo contrariavano. In quanto protettore della città e del tempio di Delfi, Apollo era anche venerato come dio oracolare, capace di svelare, tramite la sacerdotessa chiamata Pizia o Pitonessa, il futuro agli esseri umani. Per questo, era adorato nell’antichità come uno degli dèi più importanti del Dodekatheon. Nella tarda antichità greca Apollo venne anche identificato come dio del Sole, e in molti casi soppiantò Helios quale portatore di luce e auriga del cocchio solare. Un simile “passaggio di consegne” avvenne anche presso i Romani, in quanto, a partire dalla tarda età Repubblicana, Apollo divenne “alter ego” del Sol Invictus, una delle più importanti divinità romane, Mitra.
In ogni caso, almeno presso i Greci, Apollo ed Elios rimasero entità separate e distinte, almeno nei testi letterari e mitologici dell’epoca.
Come divinità greca, Apollo è figlio illegittimo di Zeus e di Leto (Latona per i Romani) e il fratello gemello di Artemide (per i Romani Diana), dea della caccia e più tardi assimilata, al pari del fratello, a Selene, divinità protettrice della Luna.