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Nella foto: Il trionfo di Nettuno di Nicola Poussin – 1634
Potente dio del mar, Poseidone, dei tori e dei cavalli duce altero, si fende il tuo tridente a chi si oppone e scuoti i monti e l’onde col mistero.
Anfìtrete nereide a te fu cara compagna degli abissi e della vita, che a te fu sposa sotto luna chiara: al canto di sirene amor invita.
Ma fiero fosti contro il nauta Ulisse cui con tempeste tu recasti danno. Il rude peregrin, che i mari visse,
tu schiaffeggiasti con sinistri venti e spumeggiar di cavallon marini, perché i desii di patria fian spenti. Nota: Poseidone era figlio di Crono e Rea. Secondo le tradizioni è ritenuto ora il fratello maggiore ora il minore di Zeus. Al pari dei suoi fratelli e sorelle venne divorato dal padre, che lo rigurgitò quando fu costretto da Zeus, l'ultimogenito riuscito a sfuggire al terribile genitore. Zeus insieme ai fratelli e sorelle, agli Ecatonchiri, ai Giganti e ai Ciclopi sconfisse Crono e i Titani, spodestandolo dal suo trono. Secondo alcune varianti della leggenda Poseidone fu allevato ed educato dai Telchini sull'isola di Rodi, e dalla figlia dell'Oceano, Cefira. Così come Zeus fu cresciuto dai Coribanti a Creta. Quando il dio del mare raggiunse un'età adulta, s'innamorò di Alia, sorella dei Telchini, e le diede sei figli maschi e una figlia, chiamata Rodo. In tal modo l'isola in cui il dio passò la sua giovinezza prese il nome dalla sua figlia. Quando poi si decise di dividere il mondo in tre regni, Zeus ricevette il cielo, Ade il mondo sotterraneo dell'oltretomba, mentre a Poseidone toccarono il mare e le acque.
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