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ANUBI

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view post Posted on 2/7/2011, 20:31     +2   +1   -1
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Anubi (Anup o Anupev nella forma originale), era in origine la divinità locale della città altoegizia di Cinopoli (Kais), nei cui paraggi sorge l'odierno villaggio arabo di el-Keis, sulla riva ovest del Nilo.

Il suo epiteto "che risiede sul suo monte" pare non gli appartenesse in partenza, ma provenisse da un altro dio da Anubi assorbito.

anubi3




Anubi venne raffigurato come sciacallo o un cane selvatico sdraiato, con un nastro annodato al collo e la sferza di lato, oppure come figura umana con muso di sciacallo.

Anubi4




Nei tempi romani, cioè quando la religione egizia era oramai in piena decadenza, troviamo Anubi anche rappresentato in abito militare, cioè loricato come un centurione romano (ma sempre con la sua testa di sciacallo), abbigliamento che diremmo piuttosto carnascialesco.

anubi6




Per ragioni che si ignorano, ma che si possono forse intuire dal fatto che gli sciacalli si aggirano spesso nelle vicinanze delle sepolture, Anubi divenne, da dio locale che era, il Sovrano del Regno Occidentale (cioè dei defunti), giudice e protettore dei morti.

Anubi era la prima divinità che il defunto incontrava: era lui che doveva pesare l'anima del morto che, per poter andare nel loro "paradiso", doveva essere molto leggera, a testimonianza di una vita vissuta onestamente. In questa immagine si vede appunto Anubi che confronta il peso di un cuore di defunto con quello di una piuma.

anubi8


Anubi_e_Osiris





In un altro dipinto, risalente al periodo della XVIII dinastia (1570-1293 a.C.), conservato al Museo egizio di Torino, il dio Osiride (al centro) è con il dio dalla testa di sciacallo Anubi. Nella mitologia egizia Osiris era il vero signore del regno dei morti, mentre ad Anubi era attribuito il compito di giudicare le anime dei defunti.

anubi7





Nel mito di Osiris, Anubi è l'imbalsamatore della salma di questi, meritandosi così l'altro suo appellativo: Capo della Divina Sala d'Imbalsamazione.

Secondo la credenza egizia, il rito dell'apertura della bocca risvegliava i sensi del defunto, consentendogli di risorgere nell'aldilà.

I Greci identificarono Anubi con il loro Hermes psychopompòs, conduttore di anime all'Averno.

La più grande statua di Anubi è conservata a Copenaghen, nella Glyptoteca Ny Carlsberg.

anubi1



 
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Nella religione egizia, Anubi era la divinità che proteggeva le necropoli ed il mondo dei morti, per cui veniva anche chiamato "Il Signore degli Occidentali".

Prima divinità dell'Oltretomba, come recitano i "Testi delle Piramidi", venne successivamente sostituito da Osiride, già verso la V dinastia, ma restava il dio protettore del XVII nomos dell'Alto Egitto il cui capoluogo, Khasa, venne chiamato, in epoca ellenistica, Cinopoli ossia "Città dei canidi" per il culto che vi veniva celebrato.
La_Tombe_de_Horemheb_cropped
Anubi tra Osiride e Horo

Aveva numerosi titoli che coglievano i vari aspetti della complessa natura del dio, tra i quali:

"Colui che presiede l'imbalsamazione"
"Colui che è sulla montagna" intendendo la montagna ove erano scavati gli ipogei
"Colui della necropoli"
"Colui che è nelle bende" intendendo le bende funerarie ma dall'oscuro significato

Nel primitivo culto zoolatrico, Anubi era raffigurato come un cane dal pelo rossiccio, con grandi orecchie e lunga coda, ma a partire dal Nuovo Regno veniva rappresentato con il corpo di uomo e testa di cane, chiamata poi genericamente testa di sciacallo, per identificare così l'animale che si nutre di carogne e quindi strettamente connesso alla morte.

La testa era raffigurata nera perché questo colore indicava la putrefazione dei corpi, il bitume impiegato nella mummificazione ma anche il fertile limo, simbolo di rinascita.

La forma mista di corpo umano e testa di canide non deve far credere che gli Egizi immaginassero e adorassero un dio semi-umano ma significa che essi vedevano nel cane randagio, della Valle del Nilo, la possibile forma, detta ipostasi, dell'apparizione del dio Anubi (Hornung).

Quindi la comune immagine di questo dio altro non era che un geroglifico indicante la "natura e le caratteristiche" della divinità e non certo il nome.

Le divinità ibride con testa di canide erano diverse e ne citiamo tre: Anubi, Upuat e Khentamentyu.

Anubi veniva definito nei "Testi delle piramidi" come quarto figlio di Ra generato con la dea Hesat, dalla testa di vacca.

Le varie teologie, in realtà molto confuse, lo indicavano anche come figlio, frutto di un rapporto tra Osiride e Nefti oppure della coppia Nefti-Seth ed era anche indicato come fratello di Osiride mentre, inizialmente, negli antichi testi non venivano citati né genitori né coniuge.

La dea Qeb-hwt, anche conosciuta come Kebechet ossia "Colei che versa l'acqua fresca" che ristorava i defunti era considerata la figlia di Anubi e qualche volta la sorella.

La sua paredra era la dea Inpwt avente anche lei per simbolo il canide ed un centro di culto sempre nel XVII distretto dell'Alto Egitto.

Protettore della sacra terra della necropoli, aveva il compito di accompagnare il Ba del defunto davanti al tribunale supremo degli dei, così come narrato nel "Libro dei morti", illuminando il cammino con la Luna tenuta nel palmo della mano. In questo caso diveniva la forma sincretica del dio Upuat che significa "Colui che apre la strada" ed era anche assimilato all'altra divinità canide Khentamentyu ossia "Colui che è a capo della necropoli".

Come rappresentato il alcune tombe del Medio Regno della necropoli tebana , Anubi appare chinato sul defunto con lo scettro rituale wr-hk3w detto "Grande di magia" il cui scopo era quello di ridonare la vita.

800px-Luxor%2C_hieroglyphic_decorations_inside_the_Temple_of_Hatshepsut%2C_Egypt%2C_Oct_2004_A

In basso a sinistra dell'immagine si nota il feticcio rituale collegato al culto di Anubi

Ebbe anche un ruolo importante nel mito di Osiride del quale imbalsamò le spoglie, su ordine di Ra, facendone così la prima mummia e divenendo quindi il dio protettore dell'imbalsamazione.

Gli stessi imbalsamatori erano suoi sacerdoti e quello che presiedeva ai riti funebri indossava la maschera nera con le sembianze del dio, divenendo egli stesso la personificazione della divinità.

Partecipava inoltre alla psicostasia ove conduceva il defunto nella "Sala delle due verità" e ne pesava il cuore assieme al dio Thot che come scriba ne registrava la pesatura.

Successivamente fu associato, dai Greci, a Hermes Psychopompos ossia "Hermes che accompagna le anime" con il nome di Ermanubi che poche caratteristiche aveva del dio dinastico Anubi.

Nel Libro XI de Le metamorfosi di Apuleio si trova la testimonianza che il culto di Anubi durò, a Roma, almeno fino al II secolo d.C.

La più antica rappresentazione di Anubi è in una tavola risalente al sovrano Aha della I dinastia nella quale veniva anche citata la festività collegata al dio che veniva inizialmente rappresentato solo come canide dalla lunga coda e con uno scettro sekhem posizionato sopra una mastaba.

Successivamente era spesso raffigurato nelle pitture parietali degli ipogei unitamente al sovrano defunto e sovente con un'altra divinità dal corpo di uomo e testa di falco con doppia corona: era, quest'ultimo, il dio protettore dei defunti Harsiesis.

Nella tomba di Nakhtamon a Deir el-Medina ed in altre tombe è raffigurato con testa d'ariete ed un serpente sulle corna con il significato di personificazione, o sincretismo, in Ra come sole della notte e signore dell'Oltretomba.

Durante il Nuovo Regno veniva rappresentato anche nei sarcofagi. Resta notevole testimonianza il reperto del tesoro di Tutankhamon ove il dio doveva assolvere il compito di protettore degli arredi funerari e sempre con scopi apotropaici la sua effigie compariva nei sigilli delle tombe reali e nobiliari.

 
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Cinopoli non è casuale, visto che siamo tutti canidifili!;-)
Mi fa piacere sia sia aperto il portone che divide la classica Mitologia greco-romana, da qeulle diverse, definiamole così... Ogni cultura, ed ogni epoca ha avuto le sue cosmogonie e i suoi pantheon e trvo assai bello e giusto illustrare anche qeulle meno nmote.. Si comincia dalal Valle del Nilo? Bene! Mo si pole andà anche nei miti del Nordm o in qeulli della mezzaluna fertile e ci si pole divertì che l'è un piacerone!,-)
Anubi è una divinità importante, per gli Egizi, e fa parte di quelle divinità, dette psicopompe, che avevano il compito di guidare le anime nel Regno dei Morti...
Mi ha semrpe affascinato, devo dire... Ha un che di simpatico, trovo
E dai,Anu, non mi sleccuzzare la faccia così, su!;-)
Molti complimenti alle Signore della Mitoligia.. siete un Mito, neh?
Andy
 
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Sono aperte le iscrizioni al mondo dei morti, dare una mancia ad Anubi che per problemi tecnici ha delegato me!
ahahahahah!
 
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Una ipotesi che non è poi tanto dissacrante. Nei miti c'è sempre un nucleo di verità che la tradizione orale promitiva o la cultura popolare ha trasformato e reso mito-leggenda. Perchè non può essere che esistessero persone con la testa da canide, frutto di una evoluzione non necessariamente di origine terrestre? Troppi misteri ci sono sulle piramidi di Giza...

piramidibig

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Tradizioni funerarie
Gli antichi egizi credevano fermamente nella eterna ultraterrena, svilupparono perciò un complesso culto funerario che gli permetteva la vita dopo la morte.

Per vivere nell’Aldilà, gli Egizi credevano che era necessario preservare il defunto attraverso la mummificazione, per consentire all'anima di vivere nel corpo imbalsamato. Ai morti veniva poi fornito tutto ciò che poteva essere loro utile dopo la morte, prima di consegnarli per sempre all'eternità con una serie di elaborati rituali funebri.

Queste tecniche di conservazione del corpo, descritte in dettagli nella sezione dedicata alla mummificazione, potevano essere implementate per vie naturali, usando semplici tombe sabbiose nelle quali avveniva la mummificazione naturale, o tramite l’imbalsamazione, che avveniva secondo procedure tuttora sconosciute.

Le prime mummie, di epoca preistorica, furono probabilmente accidentali. La mumrnificazione iniziò sotto la IV dinastia, con lo sviluppo di tecniche imbalsamatorie artificiali. I sacerdoti dapprima rimuovevano tutti gli organi interni, tranne il cuore, che avrebbe avuto un ruolo chiave anche nella vita ultra terrena. Poi il cadavere veniva seccato con il natron e ìnfìne avvolto in bende di lino.

Speciali vasi canopi custodivano gli organi interni dei defunti. Intestini, stomaco, fegato e polmoni erano posti in vasi separati, accanto alla bara all'in temo della tomba. Tra i vasi canopi più pregiati sono quelli rinvenuti dalla tomba di Tuttankhamon, ora conservati nelle sale di Tuttankhamon nel Museo Egizio del Cairo.

Sulla testa della mummia veniva posta una maschera mortuaria, per aiutare lo spirito della persona defunta a riconoscere il suo corpo.

Tutte le maschere delle mummie, dagli splendidi esemplari dorati dei faraoni fino a quelle più comuni in cartonage (una sorta di cartapesta), erano ritratti idealizzati dei defunti.

La mummia veniva spesso seppellita, oltre che con un gran numero di oggetti terreni, con suppellettili funerarie, tra cui amuleti, figurine rituali e un modellino di barca per il trasporto nell'aldilà.

Cerimonie e riti funebri
Al funerale, i parenti offrivano cibo e i sacerdoti facevano speciali rituali. Queste cerimonie dovevano proteggere il defunto nel suo viaggio verso l’Aldilà, proteggendolo nel suo percorso.

Per un maggior sostengo, immagini e testi rituali venivano deposti sul corpo del defunto o usati per decorare la tomba.

Il rituale dell’apertura della bocca veniva compiuto prima della sepoltura, poiché così si sarebbero riattivati i sensi e il defunto avrebbe potuto continuare a vivere nell'oltretomba.

La "pesatura dei cuore" era la tappa finale nel viaggio per l'aldilà. Le divinità presiedevano alla cerimonia per decidere se il morto meritata la vita eterna. Il dio Anubis pesava il suo cuore con la piuma della verità. Se il cuore era troppo pesante, veniva dato al mostro Ammut, che lo divorava. Solo in caso di equilibrio il morto aveva il diritto alla vita eterna.

Gli antichi Egizi erano convinti che occorresse conservare il corpo intatto per ottenere la sopravvivenza nell' Aldilà; ecco perché avveniva la mummificazione.

All'inizio della loro storia, gli egizi seppellivano i loro morti direttamente nella sabbia, dove, per azione dell'arsura, i liquidi responsabili del deterioramento del corpo si essiccavano, conservando naturalmente i tessuti molli, i capelli e le unghie.

Quando la tradizione funeraria egiziana diventò più elaborata, la semplice fossa scavata nella sabbia fu sostituita da una camera funeraria coperta di mattoni crudi in una sovrastruttura in muratura a forma di panchina: il mastaba. Poiché il corpo vi era collocato in un sarcofago di legno, alla mummificazione naturale dovettero subentrare nuove tecniche di conservazione artificiali.

C'erano tre classi o specie di mummie e venivano preparate secondo il prezzo che gli eredi erano disposti a pagare.

La prima classe, che era la più costosa, comprendeva le mummie che dopo essere state svuotate del cervello, mediante estrazione della materia cerebrale attraverso le narici, e di cuore, polmoni, fegato ed intestini, mediante un'incisione addominale, venivano immerse per settanta giorni in un bagno di sale alcalino. Dopo di ciò, venivano lavate accuratamente, profumate con essenze di cedro e di canfora ed avvolte in finissime bende di tela di lino, previa coloritura della pelle con terra d'ocra e delle labbra con “betel” rosso.

Per la seconda classe il procedimento era più semplice: si riempiva il corpo del defunto, attraverso l'orifizio anale, di olio di cedro asiatico, quindi lo si immergeva per quaranta giorni in un bagno salato. Trascorso tale periodo, mediante compressione dell'addome, si estraevano i visceri, liquefatti per reazione chimica, attraverso il foro anale quindi, dopo un lavaggio, lo si avvolgeva nelle bende e si riconsegnava ai parenti.

La terza classe, che era la più economica e popolare dell'Antico Egitto, limitava la mummificazione alla immersione del corpo in un bagno bollente di acqua e “natron” (soda naturale) quindi, dopo essiccazione con aria calda ventilata, avveniva l'avvolgimento in stuoie di juta.

La civiltà degli Antichi Egizi fu la prima in cui le tecniche di imbalsamazione si svilupparono in modo notevole. Gli Egizi ritenevano che la conservazione della salma potesse consentire allo spirito del defunto di riappropriarsene (e quindi resuscitare) in tempi successivi. La pratica era diffusa anche presso gli Inca e presso altre popolazioni del Perù, in aree climaticamente favorevoli ad operazioni di contrasto della decomposizione. I primi esempi di cadaveri che conservano parti non ossee provengono infatti da sepolture in ambienti poco adatti alla decomposizione come deserti o zone molto fredde. Nella civiltà occidentale l'imbalsamazione fu utilizzata soprattutto per soldati e guerrieri di rango defunti lontano da casa ed i cui corpi si intendeva preservare per celebrarne le esequie nella madrepatria. I termini imbalsamazione e mummificazione indicano procedimenti analoghi. L'imbalsamazione (dal latino in balsamum significa "mettere nel balsamo", cioè in una mistura di resine; il processo di mummificazione era molto simile: i corpi venivano trattati con unguenti, oli e resine poi avvolti in strati di tessuto anch'essi impregnati di resine. Una delle sostanze utilizzate nell'Antico Egitto per l'imbalsamazione era il natron (carbonato decaidrato di sodio) importante per le sue proprietà. Questa sostanza veniva raccolta sulle rive del Nilo nelle pozze d'acqua che residuavano dopo le piene ed evaporavano successivamente sotto l'azione del sole. Si ipotizza che a dare inizio alle tecniche di imbalsamazione in Egitto sia stata la constatazione che i cadaveri abbandonati nella sabbia calda del deserto si disidratavano, diventando meno sensibili alla putrefazione.



 
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Io mi iscrivo subito.. ho da fare un giretto sulla Barca del sole, neh?
Brava, troppo bella qeusta, Chapeuse!
Quanto alla tesi dell'Esiamio Prof Mimmo, non ci trovo nulla di strano, alla fine.. Ma perché ella, cher è uomo di cultura, non approffondisce, carissimo?:-)
Ce n'è da dire,. in merito, mi pare!
In attesa..
Andy
 
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CITAZIONE (AndreaEmiliani @ 4/7/2011, 14:57) 
Io mi iscrivo subito.. ho da fare un giretto sulla Barca del sole, neh?
Brava, troppo bella qeusta, Chapeuse!
Quanto alla tesi dell'Esiamio Prof Mimmo, non ci trovo nulla di strano, alla fine.. Ma perché ella, cher è uomo di cultura, non approffondisce, carissimo?:-)
Ce n'è da dire,. in merito, mi pare!
In attesa..
Andy

L'invito comporta un intervento molto lungo.... che ci siano state razze "aliene" sulla Terra è un dato che ricorre spesso nei poemi di tutti i tempi antichi, da Gilgamesh, all'Atra Hasis, alla stessa Bibbia, oltre che ai riferimenti egizi. Dei "giganti" è piena la letteratura antica. Quanto alla presenza di razze aliene evolute, basti pensare ai miti che attorno ad essi si sono sviluppati. Per es. Elia fu rapito su un carro di... fuoco. Ezechiele subì un rapimento da una barca volante e vide e raccontò come era fatta un'astronave e descrisse un astroporto nei particolari. Ma il "roveto ardente"...
L’inizio del Capitolo 6° della GENESI costituisce un vero e proprio enigma, che da sempre fa discutere traduttori, teologi e filologi. Si riporta testualmente il versetto n.° 4:
Vi erano i Nefilim sulla Terra,
a quei tempi e anche in seguito,
quando i figli degli dèi
si univano alle figlie degli uomini
e queste partorivano loro dei figli.
Essi erano i Potenti dell’Eternità,
il Popolo degli Shem.

e questa è la traduzione dello stesso versetto, secondo la versione ufficiale della
Conferenza Episcopale Italiana:

C’erano sulla Terra i giganti,
a quei tempi e anche dopo,
quando i figli di Dio
si univano alle figlie degli uomini
e queste partorivano loro dei figli.
sono questi gli eroi dell’antichità,
uomini famosi.

I due termini “enigma” sono Nefilim e Shem.
Per molto tempo l’espressione “I Nefilim erano sulla Terra“ è stata tradotta “Vi erano giganti sulla Terra“; tuttavia traduttori recenti, riconoscendo l’errore, ma temendo di suscitare l’irritazione e l’imbarazzo delle autorità ecclesiastiche tradizionalmente conservatrici, hanno preferito risolvere la “querelle” alla Ponzio Pilato, lasciando cioè intatto nella versione il termine ebraico Nefilim.
In realtà, il termine NEFILIM deriva dalla radice semitica NFL, che significa letteralmente“venire gettato giù”: quindi “coloro che furono gettati giù sulla terra!” (Gli “angeli caduti della Bibbia?”)
Ancora: “Il Popolo degli SHEM” è stato interpretato come “il popolo che ha un nome”, quindi “famoso”.
In verità il termine semitico shu-mu (mutato in sham o shem o shamaim) deriva dalla radice shamah, che significa:
“ciò che è rivolto verso il cielo”, vale a dire “camera o veicolo celeste”:
quindi la frase suona:
“il popolo dei veicoli celesti”.
Un dato curioso (e inspiegato) nella storia dell’Uomo resta il fatto che, dopo milioni di anni di sviluppo lentissimo e faticoso, “qualcosa” (o qualcuno?) cambiò completamente ed improvvisamente tutta la situazione evolutiva: e questo avvenne in tre
distinti balzi successivi (11.000 - 7.400 - 3.800 a.C.), tutti stranamente intervallati fra loro da un periodo di 3.600 anni: semplice coincidenza col presunto periodo di ricomparsa ciclica del dodicesimo pianeta all’interno del Sistema Solare?
Ipotesi interessante e.... se interessa, ne riparlremo.
Mimmo
 
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...riparliamone sicuramente, Mimmo!
 
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Interessante e molto ben reso... I miti antichi hanno, in effetti (si pensi solo al primo UOmo me alla prima Donna, Adamo ed Eva) , molti puntiin comune, anche a distanza di migliaia di chilometri, con radici assimiloibali... Questo è curioso, come nel caso del Diluvio, rintracciabile in moltissime culture, epr esempio... Mah, dirfei che se mne parlassimo faremmo cosa buona e giusta...
Io, si sa, non sono un creazionista, ma nemmeno un evoluzionista, epr dire. Sono uno che acvcetta ikl dgma dell'Evoluzione, ma sostenendo che esso nontoglie proprio nulla all'Entità Suprema che chiamo, con molto rispetto e affetto.. il Principale!;-)
Quando volete, torno con piacere.... Ignorante come una zucca, ma appassonato e disposto ad imparare semrpe oh yeahhhhh!:-)
Andy
 
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L'argomento ha molteplici aspetti. Quanto detto sopra da me è una piccolissima parte di un mio saggio pubblicato un anno fa: "Interviste a Joshua", EditSantoro. Riportarlo tutto qui è un'impresa ardua....
Ho scritto anche un saggio "Diluvio tra mito e storia", sempre con lo stesso editore. Non vorrei farmi pubblicità, ma quando scrivo, non penso mai al ritorno economico... Si, non sono normale...

diluvio

joscua
 
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MIMMO MA NE HAI UNA PER TUTTI I GUSTI.
SEI SEI MIMMO MARTINUCCI, DIFFIDATE DALLE IMITAZIONI

15433_Imitazione_W_S
 
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Ahah!
Bravo Mimmetto!
GRANDE CHAPEUSE!
AHAHAH!
Andy
 
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CITAZIONE (Cappellaia Matta @ 5/7/2011, 10:15) 
MIMMO MA NE HAI UNA PER TUTTI I GUSTI.
SEI SEI MIMMO MARTINUCCI, DIFFIDATE DALLE IMITAZIONI

(IMG:www.squisito.org/blogcafe/files/u7/15433_Imitazione_W_S.jpg)

Cappellaia carissima, io penso che la Conoscenza monotematica sia come una cella un metro per due e senza finestra. La Conoscenza deve necessariamente essere eclettica, aperta, senza limiti. E questa per me è una fregatura. Vorrei essere immortale, ma non posso... Porca miseria !!!
Io penso che la Conoscenza sia un prestito che noi riceviamo da chi ci ha preceduto e che dobbiamo restituire con gli interessi a chi ci segue. Se non lo facciamo, commettiamo un furto.
Ma non lodatemi troppo, sennò mi monto la testa.... :rolleyes:
Mimmo Martinucci MIMAR
 
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view post Posted on 5/7/2011, 09:45     +1   -1
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