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Il Minotauro (La casa di Asterione, di J.L.Borges)

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view post Posted on 22/6/2011, 20:27     +2   +1   -1
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Edited by AndreaEmiliani - 17/1/2013, 18:14
 
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Labirinto, Dedalo e Icaro

Poseidone un toro a re Minosse,
dal manto bianco e di bellezza rara,
donò al fin che un sacrificio fosse
a lui votato da bruciar sull’ara.

Solo in quel modo il dio, che ad altri vieta,
l’avrebbe fatto re di antica Creta.
Ma troppo bello apparve il bianco toro,
perché Minosse invero l’uccidesse,
offrendo il sacrificio al dio del mare
tradendo la preghiera e le promesse.

Ma Poseidone, irato pel disdoro,
in modo fece che la sua consorte
s’innamorasse di quel sacro toro.

L’innamorata Pasifae si volse
a Dedalo, artigian dall’alto estro,
perché una vacca in legno costruisse,
in modo che, ad inganno da maestro,
il toro in un amplesso a lei si unisse.

Da quell’unione Minotauro nacque
che corpo d’uomo avea, ma la sua testa
di toro altero e chi lo vide tacque
per il terrore che per Creta infesta.

Minosse, da spavento grande avvinto,
a Dedalo rivolse una preghiera
e fece costruire un labirinto
per cui chi v’entra non ne esca e pera.

L’eroe Teseo a Creta giunse lesto
perché uccidesse il mostro che cibava
con carni di ragazzi che, funesto,
il re Minosse ad esso procurava.

Ma il dio Cupido strale avea lanciato.
D’amore prese Arianna, di Minosse
la figlia, di Teseo venuto a Creta,
e, nel timor che il labirinto fosse
la tomba per lui stesso si rivolse
a Dedalo che suggerì quel modo
di svolgere un gomitolo di filo
perché ne uscisse rapido e sicuro,
indenne da quel labirinto infido.

Perì il Minotauro per mano
del bel Teseo che impalmò l’Arianna,
abbandonata poi in quel di Nasso.

Minosse irato per l’azion che inganna
rinchiuse Dedalo nel labirinto e il figlio.

Chi si dispera poi aguzza ingegno:
di ali e piume Dedalo si cinse
ed anche il figlio Icaro l’imberbe,
e gli raccomandò: non volar basso,
per evitar che all’onde si bagnasse;

e aggiunse il padre: non volare alto,
perché col sole avrebbe sciolto cera
e le sue ali non farian più salto.

Invano il padre attese il suo figliolo
che dietro a lui volava di sicuro.
Ma Icaro, già ebbro del suo volo,
in alto verso il sole puntò l’ali
e, sciolta quella cera che le piume
teneva insieme l’una all’altra stretta,
precipitò nel mare dell’Egeo.

Il nome dette a un isola che Icaria
si nominò a ricordo di quel volo
che il caldo sole non avea difeso
quell’uom che fece la sua sfida al peso.



Note: Poseidone aveva inviato al re Minosse un toro bianco di
incredibile bellezza affinché gli fosse sacrificato questo perchè
Minosse aveva pregato il dio del mare di inviargli un segno della
predilezione che aveva nei suoi confronti rispetto ai suoi fratelli
che volevano regnare con lui su Creta. Poseidone, esaudì la sua
richiesta ma Minosse, colpito dalla bellezza del toro, non ebbe
cuore di ucciderlo ed in sua vece fece uccidere un altro toro.
Poseidone, irato dall’affronto subito, fece innamorare follemente
Pasifae, moglie di Minosse, del toro bianco. La donna, in preda
all’amore più cieco, si rivolse a Dedalo affinché le costruisse una
vacca di legno nella quale potersi nascondere per avere il tanto
desiderato amplesso.
Dedalo, costruì una vacca tanto somigliante che il toro venne tratto
in inganno e si unì a Persifae che si era nascosta all’interno della
vacca. Da questa unione nacque il Minotauro, essere con la testa
di toro ed il corpo di uomo. Re Minosse, spaventato ed inorridito
da quel bambino dall’aspetto tanto mostruoso, ordinò a Dedalo di
costruire un labirinto tanto complesso, in modo che chi vi entrasse,
non riuscisse più a ritrovare l’uscita ed al suo interno imprigionò
il Minotauro. Poiché il Minotauro si cibava di carne umana,
Minosse gli forniva periodicamente schiavi e fanciulli ateniesi (che
la stessa città gli forniva come tributo in seguito ad una disfatta).
In quel tempo arrivò a Creta l’eroe Teseo per combattere il
Minotauro. Arianna, figlia del re Minosse e di Parsifae si innamorò
del giovane e decise si aiutarlo nell’impresa chiedendo a Dedalo
di indicarle un modo per uscire dal labirinto. Dedalo le fornì allora
un gomitolo di lana che doveva essere svolto mano mano che ci si
addentrava nel labirinto. Teseo quindi entrò, uccise il Minotauro e
riuscì ad uscirne grazie al gomitolo. Una volta fuori dal labirinto,
fuggì con Arianna che poi abbandonò nell’isola di Nasso.
Quando Minosse scoprì che Teseo era riuscito nella sua impresa
grazie all’aiuto di Dedalo, imprigionò nel labirinto lo stesso Dedalo
assieme a suo figlio Icaro che aveva avuto da Naucrate, una delle
schiave di Minosse. Dedalo, dapprima si disperò, ma dopo poco
tempo ebbe un’idea geniale: costruire due paia di ali per fuggire
via dal labirinto. Iniziò così ad intrecciare delle penne saldando le
più piccole con della cera. Prima di decollare, Dedalo, ordinò a
suo figlio di non volare né troppo alto, in quanto il calore del sole
avrebbe sciolto la cera che teneva insieme gli intrecci, né troppo
basso, in quanto le onde del mare potevano bagnare le ali
appesantendole. Ma Icaro, una volta in volo, preso dall’ebbrezza
per questa straordinaria esperienza non tenne conto dei consigli
paterni e volò così in alto che la cera si sciolse e precipitò in mare.
Dedalo accortosi che il figlio non lo seguiva, ritornò indietro e
l’unica cosa che vide furono delle piume che galleggiavano.
Recuperato il corpo del figlio, Dedalo lo portò in un’isola vicina
che chiamò Icaria, in onore di Icaro.



 
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Ottima lirica, Mimmo!
Allora aggiungiamo un po' di.. icone al mito del Minotauro!;-)

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Theseus and the Minotaur (W. Russell Flint, 1880-1969)

 
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Il Minotauro (Μινώταυρος) è una figura della mitologia greca. È un essere mostruoso e feroce metà uomo metà toro. Era figlio del Toro di Creta e di Pasifae regina di Creta. Il suo nome proprio è Asterio o Asterione.


Minosse re di Creta, pregò Poseidone di inviargli un toro come simbolo dell'apprezzamento degli dei verso di lui in qualità di sovrano, promettendo di sacrificarlo in onore del dio. Poseidone acconsentì e gli mandò un bellissimo e possente toro bianco di gran valore. Vista la bellezza dell'animale, però, Minosse decise di tenerlo per le sue mandrie. Poseidone allora, per punirlo, fece innamorare perdutamente Pasifae, moglie di Minosse, del toro stesso. Nonostante quello fosse un animale e lei una donna, ella desiderava ardentemente accoppiarsi con esso e voleva a tutti i costi soddisfare il proprio desiderio carnale. Vi riuscì nascondendosi dentro una giovenca di legno costruita per lei dall'artista di corte Dedalo.

Dall'unione mostruosa nacque il Minotauro, termine che unisce, appunto, il prefisso "minos" (che presso i cretesi significava re) con il suffisso "taurus" (che significa toro).

Il Minotauro aveva il corpo umanoide e bipede, ma aveva zoccoli, pelliccia bovina, coda e testa di toro. Era selvaggio e feroce, perché la sua mente era completamente dominata dall'istinto animale.

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Thésée et le Minotaure, Étienne-Jules Ramey, 1826. Giardino delle Tuileries (Parigi)

Minosse fece rinchiudere il Minotauro nel Labirinto di Cnosso costruito da Dedalo. La città di Atene, sottomessa allora a Creta, doveva inviare ogni anno (secondo altre fonti: ogni tre o ogni nove anni) sette fanciulli e sette fanciulle da offrire in pasto al Minotauro, che si cibava di carne umana. Allora Tèseo, eroe figlio del re ateniese Ègeo, si offrì di far parte dei giovani per sconfiggere il Minotauro. Arianna, figlia di Minosse e Pasifae, si innamorò di lui.

All'entrata del labirinto Arianna diede a Tèseo il celebre "filo d'Arianna", un gomitolo (di filo rosso, realizzato da Dèdalo) che gli avrebbe permesso di non perdersi una volta entrato. Quando Teseo giunse dinanzi al minotauro, attese che si addormentasse e poi lo pugnalò (secondo altri, lo affrontò e lo uccise con la spada).

Uscito dal labirinto Tèseo salpò con Arianna alla volta di Atene, montando vele bianche in segno di vittoria. Ma poi abbandonò la fanciulla dormiente sull'isola deserta di Nasso. Il motivo di tale atto è controverso. Si dice che l’eroe si fosse invaghito di un’altra o che si sentisse in imbarazzo a ritornare in patria con la figlia del nemico, oppure che venne intimorito da Dioniso in sogno, che gli intimò di lasciarla là, per poi raggiungerla ancora dormiente e farla sua sposa.

Arianna, rimasta sola, iniziò a piangere fino a quando apparve al suo cospetto il dio Dioniso che per confortarla le donò una meravigliosa corona d'oro, opera di Efesto, che venne poi, alla sua morte, mutata dal dio in una costellazione splendente: la costellazione della Corona.

Poseidone, adirato contro Tèseo, inviò una tempesta, che squarciò le vele bianche della nave, costringendo l'eroe ateniese a sostituirle con quelle nere. Infatti a Teseo, prima di partire, fu raccomandato da suo padre Ègeo di portare due gruppi di vele, e di montare al ritorno le vele bianche in caso di vittoria, mentre, in caso di sconfitta, di issare quelle nere. Ègeo, vedendo all'orizzonte le vele nere, si gettò disperato nel mare, il quale poi dal suo nome fu chiamato mare di Ègeo, cioè Mar Egèo.

Dietro il mito si celano anche particolari significati che i Greci attribuivano ad alcuni elementi del racconto. Ad esempio il termine Minosse, attribuito al re di Creta, è designato da alcuni studi non come il nome del solo re di Cnosso, ma come il termine genericamente utilizzato per indicare "i sovrani" in tutta l'isola di Creta. Dietro al personaggio del Minotauro si stima ci sia la divinizzazione del toro da parte dei Greci, mentre lo sterminato Labirinto di Cnosso è simbolo dello stupore dei Greci verso le immense costruzioni Cretesi. Alla vittoria di Tèseo si attribuisce invece l'inizio del predominio dei Greci sul mar Egèo nonché la signoria su tutte le sue isole ed il controllo delle principali rotte percorse per i commerci.

Il Minotauro appare anche nella Divina Commedia. Precisamente nel dodicesimo canto dell'Inferno.

« e 'n su la punta de la rotta lacca
l'infamïa di Creti era distesa
che fu concetta ne la falsa vacca »
(Dante Alighieri, Inferno - Canto dodicesimo, vv. 11-13)


È il guardiano del Cerchio dei violenti ed è qui che Dante e Virgilio lo incontrano. Nonostante tenti inizialmente di sbarrare loro la strada, Virgilio riesce a allontanarlo, e allora il minotauro comincia a divincolarsi qua e là come un toro.

Allegoricamente, il Minotauro è posto a guardia del girone dei violenti, perché nel mito greco esso simboleggia proprio la parte istintiva e irrazionale della mente umana, quella che ci accomuna agli animali (la «matta bestialità») e ci rende inconsapevoli. I violenti sono proprio quei peccatori che hanno peccato cedendo all'istinto e non hanno seguito la ragione. Per la teologia cristiana rappresenta un grave peccato, perché mentre agli animali non si può dare alcuna colpa, perché fanno ciò che è necessario per sopravvivere e nulla più, l'uomo dovrebbe usare la ragione per non compiere atti di pura crudeltà. La scena di Virgilio che vince il Minotauro rappresenta allegoricamente il trionfo della ragione sull'istinto.

Nella Divina Commedia è presente inoltre un accenno a Pasifae, madre del minotauro, nel ventiseiesimo canto del Purgatorio, dedicato al vizio dei lussuriosi. Pasifae vi è citata due volte, come emblema dell'animalità del peccato di lussuria: Dante la definisce con eloquente sintesi "colei che si imbestiò ne le 'mbestiate schegge" (cf. Purg. xxvi, vv. 41-42, 86-87).

490px-DVinfernoMinotaurOnCliff_m
Dante e Virgilio incontrano il Minotauro (Gustave Doré)

 
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A proposito di Dante...
"Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza" (Picciola Orazione di Ulisse... A prima vista non c'entra, ma insomma, secondo me, se ci guardate bene, un senso di attualità glielo trovate. Unicuique suum, ovviamente! Ahah!)
Ciao, Andy


prot_1314

Ecco il Minotauro allontanarsi e i tre centauri farsi incontro ai due poeti.... (inferno, XIII)
 
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c'entra...c'entra... eccome se c'entra!!!! :lol: ;) :lol:
 
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Intelligenti, pauca sufficiunt, Maestà!;-)
Un inchino!
Andy
 
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GiuseppeConti
view post Posted on 27/6/2011, 21:06     +1   -1




Ottima scelta, Andy: Borges è anche uno dei miei "cantastorie" preferiti. :ph34r:
 
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view post Posted on 30/6/2011, 09:11     +1   -1
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Dici bene, Joseph.. Cantastorie è un appellativo che Borges avrebbe adorato, secondo me!;-)
Grazie,
Ciao!
Andy
 
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view post Posted on 30/6/2011, 10:23     +1   +1   -1
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Emozione Infinita

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ROMA, ANCHE SE A NAPOLI HO LASCIATO IL MIO CUORE.

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labirinto_Solis



Ed ecco un esempio di scempio nel campo del restauro archeologico.
Molte parti dello scavo sono state ricostruite liberamente con cemento ed anche colorate.
Insomma il restauro deve preservare non ricostruire ciò che il tempo ha distrutto.

Cnosso%20Palazzo%20Minosse




IL LABIRINTO DI CRETA
Intorno al 1920 l'archeologo inglese Arthur Evans (13), scoprì a Creta le rovine di Cnosso.
Pur tra diversi errori, Evans si rese conto che si trattava del palazzo reale. Tuttavia impostò il lavoro di recupero sulla necessità di dimostrare che quel palazzo era il labirinto del mito.
Se cerchiamo una spiegazione reale dobbiamo pensare che gli abitanti di Creta di circa 4000 anni fa, stavano vivendo il loro grande momento: erano i Re del Mare ed avevano fondato la cosiddetta "Talassocrazia minoica" nel momento stesso in cui erano succeduti ai Pelasgi nel dominio dell'Egeo (14).
Col passare del tempo, il ricordo della cultura Pelasgica si era allontanato dalla memoria, ma una leggenda era sopravvissuta per tremila anni: la leggenda di re Minosse e del mostruoso Minotauro metà uomo e metà toro.
Quando, nel 1920 furono ritrovati i resti di Cnosso, la scoperta più immaginifica fu certamente il ritrovamento del ricco palazzo di molti piani, anche sotterranei, con affreschi di fanciulle danzanti, di tori, di acrobati e di vita marina.
L'individuazione di quel manufatto come reggia o come labirinto non aveva chiuso le ipotesi di una sfera del reale: nel 1972 lo studioso tedesco Wunderlich dichiarò che il palazzo di Cnosso, in realtà, era un sepolcro (15)!
Tra le due ipotesi, quella di Evans e quella di Wunderlich a chiunque abbia visitato Cnosso, sembra più aderente al vero la tesi di Evans: non c'è niente a Cnosso che parli di sepolcro singolo né tantomeno di necropoli. Mentre tutto ci parla di una città splendida, con accorgimenti impensabili 4000 anni fa (c'era perfino acqua calda e fredda), abbandonata da un giorno all'altro.
C'è qualcosa che, tuttavia, convince poco in queste affermazioni: il fatto che la pianta teorica del labirinto ricordi stranamente la pianta dell'Atlantide platonica e dei suoi anelli.

Note:
13. Sir Arthur Evans (Nash Mills, 8 luglio 1851 - Youlbury, 11 luglio 1941). Nel 1920 Scavò a Creta dove scoprì le rovine dell'antico palazzo di Cnosso, eretto dalla popolazione che egli stesso definì minoica, dal mitologico re cretese Minosse. Al tipo di scavo romantico si deve imputare l'errore in cui egli incorse, di ricostruire ampie parti del palazzo stesso sulla base della propria interpretazione personale, usando materiali che nulla hanno a che spartire con i metodi di costruzione degli antichi cretesi, per aiutare i visitatori a "leggere" il sito.
Pubblicò in quattro volumi "Il palazzo di Minosse a Cnosso" (1921 al 1935), un classico dell'archeologia.
14. E, probabilmente agli Atlantidei della vicna Santroini (Thera). Infatti, secondo una teoria, la loro civiltà venne cancellata da un'eruzione vulcanica che distrusse quasi del tutta l'isola di Thina, che si trova a soli 110 Km di distanza.
15. Secondo Wunderlich i silos di pietra erano tombe e gli affreschi murali simboleggiavano il trapasso dell'anima nell'aldilà. Il palazzo poi, oltre a sorgere in un luogo poco adatto ad essere difeso, mancava di cucine e scuderie. Eppure sul luogo non esistono tracce di sepolture né di salme mummificate; in 80 anni di scavi non è venuto alla luce nulla che potesse far pensare ad un sepolcro.


 
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A certa gente (restauratori, direttori di cantieri sprintendenti di nomina squisitamente politica.. quando va bene!;-)et cetera ) toccherebbe non recitargli la Picciola Orazione.. Ma dsemplicimente dissetare la loro sete di canoscenza, con il.. PARALOID, visto chge ne fanno un uso smodato.. quanto irreversibile, purtroppo! Ahahah!
Ciao, Chapeuse: giusto, concordo!
Andy

Paraloid-S
 
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view post Posted on 30/6/2011, 11:20     +1   -1
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Ho trovato sta cosina carina... Mi piace condividere, more solito!;-)
Andy



 
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GiuseppeConti
view post Posted on 30/6/2011, 12:02     +1   +1   -1




Mostri come il Minotauro o Medusa, i mostri "confinati" su isole, labirinti o sotterranei o quant'altro, più che spaventarmi mi hanno sempre suscitato pietà. Al di là del loro essere mostri e delle scie di sangue e di morte che inevitambilmente si portano dietro per loro stessa natura, credo che dovremmo vedere DIETRO a queste cose (che sono gli effetti del loro comportamento, non le motivazioni): le cause del loro comportamento. Sono creature reiette, scacciate dagli déi o dagli umani, allontanate dalla società, create attaraverso magie o sortilegi, sono figli bastardi di déi che li hanno ripudiati, incroci molto spesso fra il divino (da cui acquisiscono i loro poteri) e l'umano o le bestie (da cui prendono gli istinti più bassi e assassini), sono a volte creati apposta per fare la guardia a strutture ritenute preziose o a palazzi (è il caso del Minotauro, anche frutto di bestialità), sono tutto sommato degli "esperimenti riusciti male", come migliaia di anni dopo il Minotauro fu la creatura di Frankenstein e che col Minotauro ha non pochi punti in comune.
C'è quasi sempre un antefatto tragico dietro la storia di queste creature mostruose, le quali non si comportano così perché decidono liberamente di farlo, ma perché così sono state create, gli è stato imposto dai loro creatori, sono stati addestrati, costretti, schiavizzati.
 
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view post Posted on 30/6/2011, 12:05     +1   -1
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Giuste ed acute osservazioni, Joseph!
Tanto giuste che, senza aggiunger altro, ti rimando all finale del racconto borgesiano.. evidentemente, concordava con noi, qeul grande!;-)
Ciao!
Andy

Il sole della mattina brillò sulla spada di bronzo. Non restava più traccia di sangue.

"Lo crederesti, Arianna?" disse Teseo. "Il Minotauro non s'è quasi difeso."
 
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