Labirinto, Dedalo e Icaro
Poseidone un toro a re Minosse,
dal manto bianco e di bellezza rara,
donò al fin che un sacrificio fosse
a lui votato da bruciar sull’ara.
Solo in quel modo il dio, che ad altri vieta,
l’avrebbe fatto re di antica Creta.
Ma troppo bello apparve il bianco toro,
perché Minosse invero l’uccidesse,
offrendo il sacrificio al dio del mare
tradendo la preghiera e le promesse.
Ma Poseidone, irato pel disdoro,
in modo fece che la sua consorte
s’innamorasse di quel sacro toro.
L’innamorata Pasifae si volse
a Dedalo, artigian dall’alto estro,
perché una vacca in legno costruisse,
in modo che, ad inganno da maestro,
il toro in un amplesso a lei si unisse.
Da quell’unione Minotauro nacque
che corpo d’uomo avea, ma la sua testa
di toro altero e chi lo vide tacque
per il terrore che per Creta infesta.
Minosse, da spavento grande avvinto,
a Dedalo rivolse una preghiera
e fece costruire un labirinto
per cui chi v’entra non ne esca e pera.
L’eroe Teseo a Creta giunse lesto
perché uccidesse il mostro che cibava
con carni di ragazzi che, funesto,
il re Minosse ad esso procurava.
Ma il dio Cupido strale avea lanciato.
D’amore prese Arianna, di Minosse
la figlia, di Teseo venuto a Creta,
e, nel timor che il labirinto fosse
la tomba per lui stesso si rivolse
a Dedalo che suggerì quel modo
di svolgere un gomitolo di filo
perché ne uscisse rapido e sicuro,
indenne da quel labirinto infido.
Perì il Minotauro per mano
del bel Teseo che impalmò l’Arianna,
abbandonata poi in quel di Nasso.
Minosse irato per l’azion che inganna
rinchiuse Dedalo nel labirinto e il figlio.
Chi si dispera poi aguzza ingegno:
di ali e piume Dedalo si cinse
ed anche il figlio Icaro l’imberbe,
e gli raccomandò: non volar basso,
per evitar che all’onde si bagnasse;
e aggiunse il padre: non volare alto,
perché col sole avrebbe sciolto cera
e le sue ali non farian più salto.
Invano il padre attese il suo figliolo
che dietro a lui volava di sicuro.
Ma Icaro, già ebbro del suo volo,
in alto verso il sole puntò l’ali
e, sciolta quella cera che le piume
teneva insieme l’una all’altra stretta,
precipitò nel mare dell’Egeo.
Il nome dette a un isola che Icaria
si nominò a ricordo di quel volo
che il caldo sole non avea difeso
quell’uom che fece la sua sfida al peso.
Note: Poseidone aveva inviato al re Minosse un toro bianco di
incredibile bellezza affinché gli fosse sacrificato questo perchè
Minosse aveva pregato il dio del mare di inviargli un segno della
predilezione che aveva nei suoi confronti rispetto ai suoi fratelli
che volevano regnare con lui su Creta. Poseidone, esaudì la sua
richiesta ma Minosse, colpito dalla bellezza del toro, non ebbe
cuore di ucciderlo ed in sua vece fece uccidere un altro toro.
Poseidone, irato dall’affronto subito, fece innamorare follemente
Pasifae, moglie di Minosse, del toro bianco. La donna, in preda
all’amore più cieco, si rivolse a Dedalo affinché le costruisse una
vacca di legno nella quale potersi nascondere per avere il tanto
desiderato amplesso.
Dedalo, costruì una vacca tanto somigliante che il toro venne tratto
in inganno e si unì a Persifae che si era nascosta all’interno della
vacca. Da questa unione nacque il Minotauro, essere con la testa
di toro ed il corpo di uomo. Re Minosse, spaventato ed inorridito
da quel bambino dall’aspetto tanto mostruoso, ordinò a Dedalo di
costruire un labirinto tanto complesso, in modo che chi vi entrasse,
non riuscisse più a ritrovare l’uscita ed al suo interno imprigionò
il Minotauro. Poiché il Minotauro si cibava di carne umana,
Minosse gli forniva periodicamente schiavi e fanciulli ateniesi (che
la stessa città gli forniva come tributo in seguito ad una disfatta).
In quel tempo arrivò a Creta l’eroe Teseo per combattere il
Minotauro. Arianna, figlia del re Minosse e di Parsifae si innamorò
del giovane e decise si aiutarlo nell’impresa chiedendo a Dedalo
di indicarle un modo per uscire dal labirinto. Dedalo le fornì allora
un gomitolo di lana che doveva essere svolto mano mano che ci si
addentrava nel labirinto. Teseo quindi entrò, uccise il Minotauro e
riuscì ad uscirne grazie al gomitolo. Una volta fuori dal labirinto,
fuggì con Arianna che poi abbandonò nell’isola di Nasso.
Quando Minosse scoprì che Teseo era riuscito nella sua impresa
grazie all’aiuto di Dedalo, imprigionò nel labirinto lo stesso Dedalo
assieme a suo figlio Icaro che aveva avuto da Naucrate, una delle
schiave di Minosse. Dedalo, dapprima si disperò, ma dopo poco
tempo ebbe un’idea geniale: costruire due paia di ali per fuggire
via dal labirinto. Iniziò così ad intrecciare delle penne saldando le
più piccole con della cera. Prima di decollare, Dedalo, ordinò a
suo figlio di non volare né troppo alto, in quanto il calore del sole
avrebbe sciolto la cera che teneva insieme gli intrecci, né troppo
basso, in quanto le onde del mare potevano bagnare le ali
appesantendole. Ma Icaro, una volta in volo, preso dall’ebbrezza
per questa straordinaria esperienza non tenne conto dei consigli
paterni e volò così in alto che la cera si sciolse e precipitò in mare.
Dedalo accortosi che il figlio non lo seguiva, ritornò indietro e
l’unica cosa che vide furono delle piume che galleggiavano.
Recuperato il corpo del figlio, Dedalo lo portò in un’isola vicina
che chiamò Icaria, in onore di Icaro.