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| ANAFORA (dal greco anà+phero = porto di nuovo) è la ripresa, all'inizio di due o più versi, della stessa parola o di un gruppo di parole (es: ...Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende ...Amor ch'a nullo amato amar perdona ... (Dante, V Inferno) - .. così come ci son formiche rosse/così come ci son formiche nere ... (G- Gozzano, La signorina Felicita)
EPIFORA (epi-phorà= aggiunta) è il contrario dell'anafora: quando una singola parola o gruppi di parola si ripetono al termine dei versi (es. la parola stelle a conclusione delle tre cantiche della Divina Commedia - il verso chiù nell' Assiuolo del Pascoli, che si ripete tre volte, sebbene la prima sia "una voce dai campi", la seconda "un singulto", la terza "un pianto di morte" o il "di diman non v'è certezza" del Trionfo di Bacco e Arianna, canto carnascialesco di Lorenzo de' Medici)
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