AMAMI ALFREDO
(di pocechini e oissela)
Elisa, al giro di boa dei suoi primi cinquant’anni, oltre che bella, conservava il suo fascino e il suo candore.
Una vita sui palcoscenici e la danza nel sangue. I suoi eleganti volteggi, virtuosismi impressi nella memoria di ogni amatore. I trionfi alla Scala, al Metropolitan, all' Opera e al Bolshoi... deliziosi ricordi.
Per ogni successo un prezzo da pagare e il conto era alto, si chiamava solitudine.
Uscire di scena, in punta di piedi, l'ultimo tocco di una classe raffinata.
Lo specchio che la rifletteva meritava un sorriso, ed esso glielo restituì, spianando quella piccola ruga che le adornava la fronte.
Avvertì intenso il profumo delle violette che aveva comprato al mattino nel mercatino rionale. Si era alzata presto. Voleva vivere le sensazioni che un nuovo domicilio può suscitare. Aveva scelto un paesino tranquillo, dove le onde del mare acquietavano, dove lo scampanio vespertino aveva il senso d’una buona notte.
Alfredo, ex legionario, tastava, di tanto in tanto, le cicatrici che ricoprivano il corpo.
Quella lunga, sul costato, era frutto di una coltellata, regalatagli da Alfio il Messinese. Regalatagli, solo perché l'amico era contrario alla condivisione della giovane moglie.
Quelle del braccio, frutto di una rissa all'angolo di Rue Des Canettes, dove un ladruncolo squinternato voleva prelevare i suoi spiccioli. Non era un bancomat e gli spiccioli servivano per bere una birra fresca “Chez George.”
Quella sulla gamba, ricordo d’un Congolese che non poté vantarsi dell'impresa. A volte, per una birra “Chez George” si rischia la pelle.
Aveva agitato il boccale fino in fondo, mentre l’altro stramazzava a terra.
Dopo l'ennesimo sfregio dovuto ai by-pass, decise di ritirarsi a vita privata.
I capelli, spruzzati d'argento, tradivano l' età dei musicanti.
Elisa, alla ricerca di una nuova primavera, si era innamorata del web. Fulminea la passione e fulmineo l'intrecciarsi dei contatti con “Quelli” dei Siti Letterari.
Il suo nick, “ Danza del Cielo”... Letteratura, Arte e Sociologia, il campo d'azione..
Era single e non confessabile il suo sogno: trovare un'anima gemella.
Anche Alfredo, condannato ai domiciliari, per non annoiarsi, fu vittima del web.
Il suo nick “ Ombra”... Arte, armi e belle donne...i suoi interessi.
Quella del web diventò una bella compagnia per Elisa.
Postava le sue storie e la mattina, sempre più presto, contava i contatti e leggeva i commenti, arricciando il nasino se critici, gongolando di gioia se in linea con le sue aspettative.
Dopo aver postato, “La Danza delle Stelle” si aspettava una marea di consensi e così fu.
Peccato per un commento:
“Le stelle limitiamoci a guardarle, perché sono fredde come te.”
Un commento, un fastidioso commento, firmato da un certo... “Ombra”
Un poveraccio, uno dei tanti poveracci, che non meritava risposta.
Fredda io? Adesso mi sente... come si permette l'omuncolo? Lo specchio restò senza sorriso,
Glaciale l'e-mail: “Signor Ombra, cancelli il suo commento e sparisca dai miei post.”
Ogni mezz'ora controllava la posta elettronica, ma nessun'ombra di risposta.
Dal suo brano, però, era sparito il commento incriminato. Lo specchio non sorrideva.
Invia una nuova e-mail:
“Signor Ombra, avrei gradito un riscontro alla mia precedente.”La risposta, lapidaria, conteneva solo un numero di telefono.
Il mondo sarebbe andato avanti da solo, ma quel numero di telefono ronzava nella sua testa.
Compose il numero e alzò la cornetta:
«Pronto… sono Danza nel Cielo.»
«Cosa posso fare per te bellezza? Avrai un nome, credo… Io mi chiamo Alfredo. »
«Scusami, mi chiamo Elisa e volevo un chiarim…, no, voglio conoscerti. »
«Vuoi conoscere me? Ma sei ben costruita? Se sì, vorrei conoscerti anch'io. »
«Hum, villano...e cosa vorresti farmi?»
«Dipende… ma una strizzata non te la risparmierei. »
«Scemo, cosa vorresti strizzare, mi hai scambiato per un'arancia?»
«Pensavo che tu fossi una donna e non un pezzo di ghiaccio… Ciao!»
«Aspetta… non essere permaloso, mi piacerebbe incontrarti. »
«Solo a casa mia bellezza, e su questo non transigo, sono agli arresti domiciliari. »
«Dammi l'indirizzo…». Arresti domiciliari… Prese a camminare su e giù. Si fermò davanti allo specchio, appoggiò le mani sul seno rigonfio e sorrise. La ruga era sparita, accadeva quando era felice.
Si sentiva una ragazzina alle prime emozioni, sensazioni, armi, una scolaretta, ma aveva letto la “Leçon“ e sapeva benissimo difendersi. Non si sarebbe fatta soffocare, né schiacciare, sapeva vivere lei.
Eccola Firenze ed ecco il Poggio delle Mimose. L'Arno scorre placido. Il cielo che rispecchia è color violetto.
Amami Alfredo, se lo era ripetuto centinaia di volte, anche nel sonno, ma un dormiveglia era stato.
Un mezzo della C.R.I. a sirena spenta, quasi la sfiora. Si blocca ad un palmo da lei. Una lettiga. Vi appoggiano un uomo. L’idea d’una quercia caduta.
Chi è? Domanda di getto. Intorno turbinava.
«Un certo Alfredo Dumont…», disse il vigile, con un documento in mano.
«Ha avuto un infarto, ma forse se la caverà…», intervenne d’istinto il medico che lo stava soccorrendo.
Contro ogni regolamento, le fu permesso di salire e restare nell'autoambulanza. Forse era stata scambiata per la moglie.
Stava quasi riversa sull'uomo espressivamente stupito. L’aveva divertita, raccontandole delle cicatrici. Adesso le vedeva. Le lisciava, quasi a volerle spianare.
«Amami Alfredo, sono qui per te… con te…» sussurrò, piangendo e accarezzando quel viso che aveva solo immaginato.
Ponte Vecchio era già lontano, allorché Alfredo Dumont, in arte “Ombra” le sorrise, le accarezzò il volto bagnato. Fermando le dita fredde sulle sue labbra.
Prima di chiudere gli occhi, riuscì a mormorare:
“Per l'eternità...”