Da parte di Stefano Massini, a Vladimir Putin
“Nel 1853 quello che lei ha definito a più riprese il suo scrittore preferito è partito volontario per la guerra a Sebastopoli, nell’odierna Crimea. E, a un certo punto, si rende conto che la guerra è una gigantesca farsa. Che lui lì non vuole starci. Tutto quello che vede, la tristezza, la morte, la disperazione, il tuo scrittore preferito, caro Putin, lo mette per iscritto. Ne crea dei racconti, si chiamano “I racconti di Sebastopoli”.
Ma 169 anni fa il potere legge quei racconti e decide di non pubblicarglieli, perché dice che quei racconti raccontano troppo ‘la verità’ sulla guerra. Ti rendi conto, al tuo scrittore preferito proibiscono di far sapere la verità sulla guerra. Tolstoj diceva: ‘Se le pareti dei macelli e dei mattatoi fossero trasparenti saremmo tutti vegetariani’.
Questa è la ragione per cui è un grande scrittore, e fai bene a stimarlo. Solo che c’è un piccolo però. Probabilmente oggi se Tolstoj avesse scritto le cose che ha scritto, tu, il tuo scrittore preferito lo avresti fatto arrestare. Oppure, qualche volta, i libri di Tolstoj, prima di lodarli, leggiteli”.