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Un mondo sbagliato

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view post Posted on 5/1/2013, 06:06     +1   +1   -1
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Oltre l'Emozione

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Un mondo sbagliato


A quell'ora nel bar risuonava, attutita dallo scroscio della pioggia esterna, la solita confusione dei clienti abituali. Per contro l’aria era meravigliosamente impregnata dall’aroma del caffè e dei croissant appena sfornati.
I soliti volti del lunedì mattina, alcuni sorridenti, altri assonnati e qualche altro decisamente incazzato, ma quelli erano i tifosi della «Signora» che per l'occasione aveva fatto cilecca alla prima di campionato... eheheh!

Silenziosamente l'uomo entrò e nessuno sembrò curarsi di notarlo.
Solo l'attempatella cassiera con il suo bel ciuffo biondo sulla fonte, appollaiata sullo scranno dietro la voluminosa e antiquata macchina per battere gli scontrini, attenta, com'era sua abitudine, gettò verso di lui un lungo sguardo indagatore.
L'uomo indossava un cappotto spigato grigio fumo di Londra di ottima fattura, La foggia del copricapo, notevolmente impregnato d'acqua, non lasciava adito a dubbi: era uno dei nuovi assunti della fabbrica.

Stranamente però non riusciva a identificare chi in realtà fosse l'uomo, poiché le ampie falde del copricapo celavano gran parte dei tratti del volto.

Dall'aspetto pensò potesse trattarsi del nuovo capo delle vendite, ma poi cambiò idea: era quasi sicuramente uno dei nuovi e niente altro.
Giunse a questa conclusione considerando che di solito, i responsabili alle vendite, tengono molto ad apparire perfetti in pubblico e di certo non avrebbero mai lasciato che il copricapo rendesse incerta la sua identificazione.

L'uomo evitò le zone più affollate; si diresse verso un tavolo in un angolo della grande sala e, cosa che suscitò ancor di più lo stupore nella donna, rifiutò la compagnia di una giovane ed avvenente fanciulla, desiderosa di scambiare due chiacchiere.
Erano pochi quelli che rifiutavano tali grazie ed i loro nomi si potevano contare sulle dita di una mano: Il capo in persona, il sindaco, forse...il vecchio ingegnere, l’invincibile dottor Lanzapane, capo indiscusso della coalizione che reggeva le sorti politiche del paese, il puro don Gesualdo in attesa dell'aureolea, il bel Firmino (ma di lui non ne era certa, qualche mala lingua fantasticava che fosse Gay), il devoto professor Hamilton, sempre seguito dalla sua giovane signora abbigliata come un albero di Natale.
Insomma, l’élite del paese, era quindi impossibile che uno di loro si trovasse lì, a quell'ora nel bar, evitando di mostrare il suo valore.
Decisa a risolvere il mistero e a capire chi fosse lo sconosciuto, la ragazza discese dal suo scranno, chiuse la cassa, ripose la chiave tra le opulente tette, poi, svelta si avvicinò al tavolo.

Dopo averlo osservato avvicinandosi pensò che, sebbene fosse ormai chiaro non si trattasse di nessuno dei nuovi arrivi importanti, prima di formulare la solita domanda di rito per prendere l'ordinazione, approfondisse la sua conoscenza, di conseguenza afferrò una sedia e sedette dinanzi all'uomo.
L'uomo dapprima sembrò non notarla, perso com’era nei suoi pensieri, ma poi gettò un’occhiata arcigna sul suo seno.

- Di passaggio o nuovo arrivo in fabbrica?
L'uomo continuò ad osservare il seno senza rispondere
- Cosa posso portarvi signor...? Qual’è il vostro nome? - esclamò lei fissandolo negli occhi.
Anche allora non vi fu risposta, ma solo uno sguardo gelido che si spostò dal seno al volto della ragazza.
Passarono alcuni istanti in silenzio, semplicemente guardandosi e poi fu l'uomo a rompere il silenzio:
- Avevo un nome rispettato e onorato in tutta la regione ed anche oltre, ma ora non più.
- Cosa vi è successo?
- Ho compiuto un’azione ignobile e non ne sono più degno
- Quale azione così ignobile potreste mai aver compiuto? E se anche fosse, con i tempi che corrono avrete di sicuro già espiato la vostra colpa.
- Non credo. Perché è stata l’alba di questo giorno testimone del compimento nefando delle mie azioni.
Ancora una volta gli occhi dell'uomo si fecero di ghiaccio e rimasero fissi in quelli della ragazza, che sempre più smarrita, poiché non comprendeva quale mai potesse essere la colpa dell'uomo, sussurrò:
- Non capisco...
- Ho ucciso un irregolare!
Quella rivelazione fece arricciare in una lieve smorfia il volto della ragazza che sbarrò gli occhi incredula e dovette fare un grosso sforzo per non cadere dalla sedia.
«Un irregolare?» pensò «Uno stramaledettissimo extracomunitario irregolare?!» «Un essere nato solo per rompere gli stivali e non pagare le tasse? Un abominio vivente?... E... e...un elegantissimo uomo è distrutto per averne ucciso uno? Ma dieci, venti, cento, tutti doveva ucciderli, quelle luride bestie senza Dio!»

Avrebbe voluto rassicurarlo, rendendolo partecipe dei suoi pensieri, ma la voce atona, quasi inquietante dell’uomo la precedette iniziando a raccontare:
- Avevo lasciato la mia casa di buon’ora, deciso ad arrivare in orario nel mio primo giorno di lavoro. Mentre mi apprestavo ad attraversare il ponte sul Po lo vidi di sfuggita. Anche lui mi vide e cercò di nascondersi, ma io ero ben deciso a non lasciarmelo scappare. Insomma, non avevo certo l'intenzione di ucciderlo, ma di consegnarlo alle autorità e mi creda, non c’è niente di meglio che beccare un irregolare per iniziare una buona giornata...o così almeno credevo.

L’inseguimento fu lungo ed accrebbe rabbia e voglia di fare il mio dovere.
Alla fine lo raggiunsi, ancora qualche metro e avrebbe potuto lanciarsi nella scarpata sfuggendomi, egli si buttò in ginocchio davanti ai fari della macchina ed implorò pietà con la sua voce stridente.
Piangeva mentre sosteneva di non aver mai fatto del male a nessuno e di voler solo lavorare, vivere in pace e sfamare i suoi figli.
Ero al colmo del furore. Un irregolare che vuol vivere in pace? Gi irregolari, si sa, sono brutti, puzzano e sono infidi, viscidi, crudeli. Andrebbero ammazzati tutti, pensavo e soprattutto quello, visto che aveva tentato di prendersi gioco di me sfuggendomi.

Ignorai le sue suppliche e lo investii con la macchina. Il suo sangue schizzò copioso sul parabrezza, ma non me ne curai perché quello che vidi dopo mi impietrì e ancora adesso non smette di tormentarmi.
Dietro il corpo deturpato, due bambini mi fissavano smarriti e terrorizzati. Non avevo mai visto dei bambini irregolari e rimasi sconcertato nel constatare che erano molto diversi da come li immaginavo.
Credevo fossero come gli adulti, ma invece non ho potuto fare a meno di commuovermi. I loro occhi mi fissavano impauriti e mi accorsi di quanto fossero simili a quelli dei nostri bambini.
In quel momento fu come se un velo si alzasse davanti ai miei occhi. Avevo appena ucciso un essere che non mi aveva fatto assolutamente niente, avevo tolto il padre a dei bambini a causa dell’incapacità di vedere al di là della mia ira...

Le parole gli morirono in gola mentre lo sguardo tornava a spegnersi fissandosi vuoto sul piano del tavolino.
La ragazza era visibilmente sconcertata, probabilmente quell'uomo, chiunque egli fosse, era uscito di senno. Insomma, cos'aveva da crucciarsi tanto? Alla fine aveva ucciso un irregolare, e quelli, grandi o piccoli che fossero, erano pur sempre irregolari: meglio morti che vivi.
Non aveva mai visto dei bambini di quegli esseri, non è che ci tenesse particolarmente, ma di sicuro dovevano essere disgustosi come i genitori. Sbuffò leggermente e si alzò tornando a curarsi della cassa, ormai non le importava più risolvere il mistero dell’identità che si celava sotto quelle falde grondanti pioggia.

L'uomo rimase seduto e solo per tutto il giorno, il locale man mano si svuotò finché non giunse l’ora di chiusura, allora l'uomo si alzò e si diresse verso la cassa. Non proferì parola, ma bastavano i suoi occhi perché la ragazza capisse che era meglio non intromettersi.

Posò un biglietto da 50 Euro per ciò che aveva consumato ed uscì senza più voltarsi indietro e quella fu l’ultima volta che qualcuno vide l'uomo dalle larghe falde attraversare il paese sulla sua possente macchina.


Edited by mcb - 8/1/2013, 09:04
 
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ros@ly
view post Posted on 6/1/2013, 14:07     +1   +1   -1





Io non credo alla teoria del cattivo che diventa buono, il pentirsi non dona mai a un "cattivo" l'alone della bontà...
Chiudo la parentesi e parliamo del racconto, che, al di là delle considerazioni personali, resta il motivo dei commenti.
Non mi sento di entrare nei dettagli, ma trovo che è una tipologia di scrittura che non apprezzo, l'abbondanza di materiale e di descrizioni non sempre rende un racconto appetibile e comprensibile. Questo x ciò che riguarda il contenuto, senza infamia e senza lode... oltre alla solita punteggiatura confusa e raffazzonata. Ma x rimediare a ciò ci sono le lezioni della proff Renata, interessanti e da seguire!
 
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view post Posted on 7/1/2013, 09:53     +1   -1
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Stamane mi son svegliato con la volgia di leggere, per il poco tempo che ho, un racconto, tanto erp tenermi in allenamento e ho cercato tra i titoli, attratto da codesto, poi ho visto che era tuo, MArio, e così mi son detto.. Beh, leggiamo, almeno se mi piace, glielo dico e se non mi dovesse piacere, so che non si offenderà, visto che tanto lui quanto io siamo eprsoncince che ci piace commentare sinceri:-)
Bene, e allora ho letto...
Vediamo... Direi che l'archetipo che viene subito alla mente è certamente la "Sentinella", di Fredrick Brown. Tipica lettura del "diverso", con tutto il cotè che in genere tali argomenti accompagna.
Tuttavia, qeullo, lo sappiamo, è un capolavoro, ergo mi fermo al'archetipo che paragoni, con le nostre povere penne sarebb3ero impietosi, lom si sa!;-)
Qui diciamo che trovo una scrittura un po'.. floscia, onestamente, una ricerca di effetti e dialoghi che onestamente non mi convince epr nulla, anche eprché ame, francamente, il politically correct mi fa un baffo, e quindi se scrivi di cose buone o buoniste o se invece mi tratteggi un eprfidone di qeulli seri, non è affatto escluso io preferisca il secondo, diopende da molte cose, ma non è che epr principio, coem va di moda ora, se uno fa qeuste callsiceh promenades di regolarità civile, io gli debbe per forza tributar plauso, sai coem la penso, in materia.
Ora, analizzando la tua opera, dire che non mi piace eprché, per esempio, troviamo una "Torino" (vero, tu nondici che è Torino, ma diciamo che appare coem un paese che smiglia stramaledettamente ad un quartioere periferico della Grande Città, e forse magari lo voelvi tratteggiare, non so) che sembra qeulal degli anni '50/'60l, quando la FIAT, qui vista solo coem la "Fabbrica" per antonomasia, dettava legge.
Ma poi, tutto si sposta in un (im)probabile futuro, laddove gli extracomunitari vengono presi (sembra addirittura con il consenso delle Autorità, ma certo con quello delle gente comune, vedasi la casiera, epr dire) e arrestati, ma se li ammazzi non è che uno ti dice cattivaccio, neh^?;-)
Quindi, eccoci con un futuro parallelo, forse dimensionale, nonso perché tu nonspieghi, non apri orizzonti, scenari plausibili epr il plot.
E' una gran confusione, e non può, onestamente, convincere, se lo si leggew con attenzione.
Poi anche qeusto buonismo per cui qeusto perfido assasisno che insegue il bovero negro, francamente, dai, sa di feuilleton mal riuscito, essù!:-)
I pboveri negretti che guardano stupiti ed orribpilati, nella luce dei fari che falciano la nebbia del Po, lui che ha i sensi di colpa e fas una dichiarazione sul suo onoratissimo nome.. DFai, lasciamo stare, eprdona, ma se non tutte le ciambelle riescono con il buco, qeusta onestamente non ha la ciambella, ha solo il buco!;-)
Detto ciò, è una storia che nmi fa rabbia, eprché era cominciate benono.. Peccato, occasione sprcata, ritenta, sarai più fortunato.. A me capita di ritentare, ma spesso poi fo peggio, che ce potemo da fa?;-)
Care cose,
Andy
 
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ros@ly
view post Posted on 7/1/2013, 11:17     +1   +1   -1




Come al solito ho riletto almeno un paio di vole il racconto, e la sensazione prima è rimasta, anzi, se possibile, si è ancora più accentuata.
E, a voler ben analizzare il racconto, ci si potrebbero fare un battaglione di "pulci"... ma non è ciò che intendo fare!
Il racconto proviene da una penna pregiata, quindi, con la dovuta educazione, ribadisco che a me non è piaciuto x la totale confusione che un lettore come me, semplice e senza troppi voli emozionali, si trova a dover affrontare nella lettura.
Non si capisce nemmeno bene l'ambiente in cui si svolge la vicenda - a proposito, grazie Andrea x averla collocata in una Torino anni 60-70, ma chiaramente solo l'autore conosce il post in cui si svolge il tutto, anche se, incanalata dal biglietto da 50 euro, tendo più a vederla come una storia odierna... o come una storia totalmente assurda, dato il valore di 50 euro e che, ai giorni nostri nessuno, neanche un matto, si sognerebbe di lasciare "sul tavolo del bar x ciò che aveva consumato" (?)...
Rileggo poi la frase dell'incipit:
I soliti volti del lunedì mattina, alcuni sorridenti, altri assonnati e qualche altro decisamente incazzato, ma quelli erano i tifosi della «Signora» che per l'occasione aveva fatto cilecca alla prima di campionato... eheheh!
e ci trovo un riferimento forse... Non sono sicura ma ciò, nell'intenzione dell'autore, ciò avrebbe instradato il lettore sulla collocazione.
Se così fosse, e ne sono quasi certa, allora chiedo all'autore x quale motivo ha inserito quel eheheh, intendeva forse scrivere un racconto spiritoso, e allora perchè non continuarlo?
Se invece il tono del racconto era di effetto "dramma a 360 gradi", un tale icipit è sgradevole e ininfluente nella geometria di un tale drammatico racconto.
E uno scrittore smaliziato lo sa benissimo che se si inizia a scrivere un racconto con uno stile, di qualsiasi genere, si deve poi tentare di mantenerlo...
 
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view post Posted on 7/1/2013, 12:47     +1   +1   -1
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So bene che siete ottimi lettori e immagino ricorderete questo: «Nel bene o nel male, purché se ne parli» parafrasava un brano de Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde.

Ebbene a me piace sperimentare senza alcun rispetto per le regole, lo facciano gli altri, io vado a ruota libera.
Scrivo per sondare l'animo del lettore e vivaddio ce ne sono moltissimi di lettori con gusti diversi e poi non mi serve per mangiare.
Forse è un modo scemo per farsi criticare, ma non tutti abbiamo gli stessi sentimenti di fronte alle cose della vita.

Ritenetelo un esperimento fallito, è tutto messo in conto.

Vi chiedo invece, se ne avrete voglia, di leggere il successivo raccontino, è diviso in due parti, una attuale o quasi, l'altra appartiene al sogno. Sono certo che pur essendo un esperimento dei miei, vi farà dannare l'anima per trovargli una collocazione...scommettiamo?
 
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view post Posted on 7/1/2013, 14:55     +1   -1
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Leggerò con molto piacere, senza dubbio.. a me piace elggere, figurati!
Pur tuttavia, mi permetto dire che va bene andarea ruota libera, ma a furia di andarea vanti così, si rischia di scarrocciare.. Eheheh (citazione dal tuo racconto, neh?;-)
Andy
Pardon, addenda leggendo ora Rosy.. Credo, infatti, coem dicevo, che ci sia un effetto di sdoppiamento spazio temporale alla Blade runner, epr dirne una (la SF è piena di qeusti slittamenti) ma il problema non è scrivre cose nuove, ma come le si scrive epr rednerle credibili ed originali, ecco dove, secondo me, qui sta il flop.
Per carità, poi in effetti sempre meglio parlarne e ignorare, ma questo occiuperebbe pagine e pagine di discussione sul piacere della elttura e l'obbligo morale per un redattore di privilegiare, sempre, gli utenti, piuttosto che il proprio Ego.Ma ripeto: di qeusto ne abbiam detto mille volte, ergo mi taccio, voilà!
 
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view post Posted on 7/1/2013, 16:45     +1   +1   -1
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Questa lettura ha risvegliato in me un enorme disagio, lo stesso disagio che ho provato quando qualcuno voleva cannoneggire i barconi dei migranti...
Certo qui c'è il paradosso dello scafafaggio schiacciato, di cui per altro nel raconto non frega niente a nessuno.
Ho, e di questo mi vanto, aiutato un irregolare a regolarizzare la sua posizione visto che il destino lo aveva fatto nascere altrove,
ha due figli e grazie a me, oggi ha potuto mantenere la sua famigla sul nostro territorio.
Ho polarizzato la mia attenzione proprio su questa figura, su queso disgraziato.
Mentre leggevo vedevo lui inginocchiato davanti l'auto, ed ho provato tutto il dramma di un'esistenza cosi' misera...
Nel merito dello stile non entro, per me un ginepraio...
 
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view post Posted on 7/1/2013, 18:01     +1   +1   -1
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Marco il racconto ha un titolo "Un Mondo Sbagliato"...volevo raccontare una storia
purtroppo molto vicina alla realtà, a quella realtà che molti benpensanti nostrani vorrebbero si verificasse, a loro della protesta non gli interessa nulla.
A loro interessa che la punteggiatura non sia la solita??? punteggiatura confusa e raffazzonata, va bene, ci provassero i migliori a scrivere una lettera di protesta mettendo la punteggiatura nel modo giusto.
Come già detto «Nel bene o nel male, purché se ne parli» Ma forse non ne vogliono parlare.
Nelle mie intenzioni c'era la denuncia di una situazione ignobile e non andare a prendere lezioni.
Mi fa un po' senso tutto questo
 
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ros@ly
view post Posted on 7/1/2013, 18:19     +1   +1   -1




Se il suo racconto aveva l'intenzione di far parlare della situazione degli immigrati, bè, allora è partito male, caro signor redattore! Poteva, se non altro, sperimentare un po' di meno, e curare meglio un racconto che, l'argomento lo meritava appieno, sarebbe stato letto con interesse e partecipazione, e aggiungo emozione.
Se ciò non si è verificato non è a causa dell'argomento del racconto, nessuno di noi utenti è razzista, omofobo, o cosa... il fatto è che noi poveri utenti dobbiamo commentare sulla bontà di un racconto, e, mi creda, sinceramente e nonostante l'argomento, la storia andava svolta con altri canoni... sempre secondo me!
 
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view post Posted on 7/1/2013, 19:22     +1   -1
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Sono di fretta, ma non posso non dire, pur senza acrimonia o vis polemica alcuna, che il commento del redattore Mcb è esattamente l'antitesi di quel commento perfetto di cui si parla da un'altra parte.
Una cosa è prendere posizione sugli extracomunitari, cosa comunque lodevole. Altra è scrivere un buon racconto, son cose molto diverse.
Marco dice che gli ha ricordato un episodio della sua vita e va bene. Ma qui non vedo commenti al testo e vedo invece commenti risentiti e piene di frecciatine....Francamente ci son rimasto male.. Fa senso, già.
Andy


Edited by AndreaEmiliani - 7/1/2013, 20:24
 
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bob.n
view post Posted on 8/1/2013, 08:39     +1   +1   -1




E' vero la cattiveria umana non ha limiti e persone che covano rabbia nei confronti di extracomunitari sono molto più di quanto si possa immaginare.

La pagina riporta un po' ad un futuro nelle mani della lega ( e i suoi fantocci ) con un convinto esponente che si pente vedendo negli occhi dei bambini l'angoscia e la paura.

l' antiquata macchina per gli scontrini si scontra un po' con il finale. ( avrei sostituito la Tipo con un semplice auto ).
 
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view post Posted on 8/1/2013, 09:04     +1   -1
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Bob accolgo la tua correzione, grazie!
 
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view post Posted on 8/1/2013, 15:08     +1   +1   -1
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Sempre più Emozione

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Essere contro gli extracomunitari è purtroppo un tema sempre attuale. Vorrei che chi fa degli atti ignobili contro questi nostri fratelli (sì fratelli, perché no? Se crediamo di essere tutti figli di un padre, loro lo sono!), potesse guardare negli occhi dei loro bambini che rimangano senza il loro papà, negli occhi delle mogli e delle madri...

Come spesso succede, hai scritto un racconto che offre spunti di riflessione a chi vuole vedere. Grazie Mario!



(Se l'immagine vi turba posso toglierla)
 
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view post Posted on 8/1/2013, 23:39     +1   +1   -1
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Emozione Grande

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da un' "irregolare", una signora russa che non parlava una parola di italiano, una lezione di onestà ricevuta giovedì sera: mentre passavo alle 17 tra le bancarelle del mercatino natalizio davanti alla stazione Brignole, davanti ad un banco di abbigliamento cinese, questa donna russa mi tocca un braccio e mi mostra un portafoglio che raccoglie da terra, facendomi capire che pensava fosse caduto a me. Controllo:non era il mio, insiste per darmelo, lo guardiamo insieme dentro, si uniscono una terza passante e la venditrice. C'erano 466 euro, un Bancomat, biglietti dell'autobus e nessun documento. Chiamo il 113, dopo mezz'ora di attesa (rimpiangi in certi momenti, se hai fretta, l'onestà...) arrivano due agenti, stendiamo un verbale, ricontiamo il denaro, firmo tutto io, mi faccio lasciare un numero di telefono dalla signora russa, preoccupatissima, che non vuole, alla quale allora lascio il mio. In serata mi chiama l'amica presso la quale alloggia in questi giorni, russa anche lei, ma in grado di parlare italiano, badante, che mi passa anche un signore italiano, che sottolinea la correttezza. Prometto che appena si farà viva la proprietaria del portafoglio, lo farò sapere . Oggi è martedì, sono passati cinque giorni, nessuno mi ha più chiamato per ringraziare non tanto me, quanto la straniera che poteva mettersi tranquillamente in borsa il portafoglio senza che nessuno se ne accorgesse.
Ho richiamato la polizia, per pregarli di dire alla fortunata che ha riavuto il suo portafogli e il suo denaro (una bella somma!) che almeno una parola di ringraziamento alla signora russa vorrei che la facesse pervenire!
 
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Sermaf
view post Posted on 18/1/2013, 22:54     +1   +1   -1




Caro Mario sono rimasto perplesso, non tanto per il tuo racconto che, come hai affermato è un esperimento narrativo innestato su un argomento d'attualità, ma per i commenti gratuiti e spocchiosi di chi, forse, nutre un pochino d'invidia per la tua penna.
Parlare poi di punteggiatura confusa e raffazzonata è una vera e propria sciocchezza. Evidentemente non tutti sanno o comprendono che la punteggiatura è quasi sempre una scelta personale dell'autore e non soggiace a regole vincolanti, fermi restando alcuni canoni fondamentali circa il significato della , - ; - . - : ecc. Questi segni d'interpunzione, sono e direi devono essere usati per modulare le frasi, come le pause di uno spartito musicale e gioco forza, seguono l'istinto e l'intento di chi le usa.
Davanti a simili affermazioni ho un reflusso gastrico...
 
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16 replies since 5/1/2013, 06:06   217 views
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