marî |
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| Me lo ricordo, si me lo avevi detto E' mio il fardelloChe fosse un periodo dissennato lo avevo intuito da un po' per via di quel sentore familiare che annuso nell'aria subito dopo il falso pistacchio
Da sotto la tettoia osservo la solitaria viuzza ove girandola di polvere diventa carosello una scaturigine pulsa dentro al polso quando pelo bianco intravedo su gelida terra
A venir dopo il vento e il testimone che si lava volto e mani mentre monto a bordo la rabbia rugghiando favella
Da quell'istante non sono più l'essere perfetto calzo galosce con bioccolo illune, per dignità e m'allontano dalla battaglia a tappe irregolari
Tutto ciò per un laido doloroso funereo, passaggio l'avevo avvertita, io di non attraversare lei, non m'ha ubbidito
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