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ATLANTE

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ElectraMB
view post Posted on 26/6/2011, 08:59 by: ElectraMB     +1   -1
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Oltre l'Emozione

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ilGiganteElaVoltaCeleste_01
Il reperto più antico e più conosciuto nel mondo

Atlante appartiene alla generazione divina anteriore a quella degli Olimpici ed in
particolare, al ceppo degli esseri mostruosi e giganti. Per alcune tradizioni era figlio di
Giapeto e dell’Oceanina Climene o Asia, mentre in altri miti era figlio di Urano e fratello di Crono.
Il mito racconta: Crono e Rea avevano generato vari figli e figlie, ma Crono li aveva
divorati tutti, eccetto Zeus che era stato nascosto da Rea. Infatti, ella aveva ingannato
il marito, offrendogli una pietra avvolta nelle fasce al posto del figlio. Una volta
cresciuto, Zeus chiese consiglio alla Titanessa Meti che gli suggerì di rivolgersi a sua
madre Rea per ottenere l’incarico di coppiere di Crono. Rea acconsentì felicemente alla
richiesta del figlio che mescolò alle bevande del padre l’emetico consigliato da Meti.
Crono, dopo aver bevuto, vomitò la pietra, unitamente ai fratelli e alle sorelle maggiori
di Zeus che gli chiesero di guidarli nella guerra contro i Titani e contro Crono che nel
frattempo avevano scelto come loro capo Atlante. La guerra durò dieci anni e la Madre
Terra profetizzò la vittoria di Zeus se egli si fosse alleato con coloro che Crono aveva
esiliato nel Tartaro. Zeus, allora uccise la vecchia carceriera del Tartaro, le tolse le
chiavi e liberò i Ciclopi e i giganti centimani. I ciclopi premiarono Zeus e i suoi fratelli
con le armi per vincere Crono. A Zeus fu data la folgore, Ade ottenne l’elmo per essere
invisibile e Poseidone, il tridente. Con queste armi essi vinsero Crono, mentre i giganti
centimani contribuirono sotto una pioggia di sassi a far scappare il resto dei Titani
superstiti. Allora Crono e tutti i Titani sconfitti furono esiliati nelle isole britanniche
all’estremo occidente (o nel tartaro per altri), sotto la sorveglianza dei giganti
centimani. Alle Titanesse fu risparmiata la vita per intercessione di Meti e di Rea,
mentre Atlante fu condannato a reggere sulle spalle il peso di tutto il cielo.

La prima descrizione del famoso Atlante Farnese risale al tardo cinquecento. Nel libro
“Delle Statue Antiche” di Ulisse Aldrovandi (1550), l’autore racconta di aver visto a
Roma “un busto di Atlante, una cosa bellissima e rara”, inoltre lo descrive così: ”Senza
braccia, né viso, ma sulle spalle aggobbite, una sphera marmorea con tutti i circoli
celesti che per lo cielo sono, di mezzo rilievo scolpito”…
Dal 500 in poi, la statua, subì una serie di interventi per essere restaurata nelle parti mancanti, come il volto, le braccia, le gambe ed il basamento (elementi dove a tutt’oggi
e possibile vederne gli innesti.)
Nel 1562, essa, fu venduta dal mercante d’arte Paolo Bufalo al cardinale Alessandro
Farnese che la inserì nella sua collezione, assegnandole il nome di Atlante Farnese con il
quale la statua è conosciuta in tutto il mondo.

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