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UROBORO

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GiuseppeConti
view post Posted on 4/7/2011, 18:38     +2   +1   -1




URL=http://imageshack.us/photo/my-images/41/250pxouroboros1.png/]250pxouroboros1[/URL]

L'Uroboro (dal greco ουροβóρος dove 'ourá' sta per 'coda') detto anche: Oroboros, Ouroboros, Ouroborus, Uroboros o Uroborus è un simbolo molto antico che rappresenta un serpente che si morde la coda, ricreandosi continuamente e formando così un cerchio. È un simbolo associato all'alchimia, allo gnosticismo e all'ermetismo. Rappresenta la natura ciclica delle cose, la teoria dell'eterno ritorno, e tutto quello che è rappresentabile attraverso un ciclo che ricomincia dall'inizio dopo aver raggiunto la propria fine. In alcune rappresentazioni il serpente è raffigurato mezzo bianco e mezzo nero, richiamando il simbolo dello Yin e Yang, che illustra la natura dualistica di tutte le cose e soprattutto che gli opposti non sono in conflitto tra loro.

In Hieroglyphica di Orapollo nella traduzione in volgare di M. Pietro Vasolli da Fiuizano, riferendosi all'equivalente geroglifico egiziano si trova questa mirabile descrizione:

Quando vogliono scrivere il Mondo, pingono un Serpente che divora la sua coda, figurato di varie squamme, per le quali figurano le Stelle del Mondo. Certamente questo animale è molto grave per la grandezza, si come la terra, è anchora sdruccioloso, perilche è simile all’acqua: e muta ogn’ anno insieme con la vecchiezza la pelle. Per la qual cosa il tempo faccendo ogn’ anno mutamento nel mondo, diviene giovane. Ma perché adopra il suo corpo per il cibo, questo significa tutte le cose, le quali per divina providenza son generate nel Mondo, dovere ritornare in quel medesimo.
Pare che il simbolo si ispiri alla forma della Via Lattea, dal momento che in alcuni antichi testi era considerata un enorme serpente di luce che risiedeva nel cielo e circondava tutta la Terra.

oroboro

INFINITE DISTANZE (OROBORO): infinite distanze esistono nello spazio e fra gli spazi che intersecano le cose, tanto che puoi dividere un segmento nella parte centrale quante volte vuoi, ma otterrai sempre altri segmenti a loro volta divisibili all’infinito. Anche nelle parole esistono intervalli infiniti: puoi parlare d'amore, paura e di gioia, ma anche questi concetti possono in eterno essere divisi, così che, amico mio, anche fra il mio e il tuo cervello esistono
(chiave: la prima e l'ultima parola coincidono e sono sempre infinite distanze)

<p align="center">Alpha:

Privativo di coscienza
Delle nuove scaglie Inizio
Anteposto è dire "senza"
Big Bang l'uno e glaciazione.

Omega:

il suo ferale vizio.
Sono freccia eppur bersaglio
Separate dalla Fine
Di Uroboro infinito
Cannibalica unione.



Edited by GiuseppeConti - 7/10/2012, 19:59
 
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view post Posted on 4/7/2011, 18:42     +1   +1   -1
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Bella lirica e.. bel Soggetto!
Complimenti!
Andy
 
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view post Posted on 4/7/2011, 18:53     +2   +1   -1
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L’Uroburo è l’immagine di un serpente che si morde la coda e la inghiotteQuesta diffusissima figura simbolica rappresenta, sotto forma animalesca, l’immagine del cerchio che personifica l’ eterno ritorno. Esso sta ad indicare l’esistenza di un nuovo inizio che avviene tempestivamente dopo ogni fine. In simbologia, infatti, il cerchio è anche associato all’immagine del serpente che da sempre cambia pelle e quindi, in un certo senso, ringiovanisce. L’Uroboro rappresenta il circolo, la metafora espressiva di una riproduzione ciclica, come la morte e la rinascita, la fine del mondo e la creazione, e di conseguenza anche l’eternità iconograficamente rappresentata dal cerchio stesso.

Nella simbologia alchemica l’Uroburo è l’immagine allegorica di un processo, in sé concluso, che si svolge ripetutamente e che avviene attraverso l’aumento della temperatura, l’evaporazione, il raffreddamento e la condensazione di un liquido, ciclo che serve alla raffinazione delle sostanze. Per questo motivo il serpente, che va a costituire un cerchio, è spesso raffigurato con due creature che collegano la bocca alla coda. La creatura superiore, segno della volatilità, è rappresentata come un drago alato.

L’Uroboro nacque dall’esigenza percepita dagli alchimisti greci che, nell’intento di animare una figura geometrica ritenuta troppo arida, hanno voluto vedere nel Cerchio un Serpente che si morde la coda. È il Serpens qui caudam devorat, talvolta raffigurato metà bianco e metà nero, cioè Yin e Yang della tradizione del Taoismo cinese, le due opposte nature, il Rebis.

Secondo Schwarz (L’immaginazione alchemica, Ediz. La Salamandra, 1980):

"Il concetto delle due nature ci introduce ad un altro elemento cardinale del pensiero alchemico, e cioè al concetto che l’impulso alla differenziazione della materia prima nei suoi componenti maschile e femminile è dato dalla lotta e dalla conseguente unione delle polarità fondamentali. L’incesto filosofale (coniunctio oppositorum) dell’Alchimista, realizza il filius philosophorum, l’immortale Androgino, che si identifica nella Pietra Filosofale, annunciata dalla sua nascita. Infatti il Rebis non è che il prodotto delle nozze alchemiche tra il Mercurio, la donna, il principio lunare, e lo Zolfo, l’uomo, il principio solare".

L’Uroboro viene anche considerato simbolo dell’evoluzione che si conclude in sé stessa, e quindi dell’unità fondamentale del cosmo. Il motto “e? *****?” (Uno il Tutto), con cui accompagnavano il simbolo ofidico, esprimeva la loro fede totale in ciò che esiste e può essere concepito.
 
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view post Posted on 4/7/2011, 19:39     +2   +1   -1
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L'Uroboro (dal greco ουροβóρος dove 'ourá' sta per 'coda') detto anche: Ouroboros, Ourorboros, Oroborus, Uroboros o Uroborus è un simbolo molto antico che rappresenta un serpente che si morde la coda, ricreandosi continuamente e formando così un cerchio. È un simbolo associato all'alchimia, allo Gnosticismo e all'Ermetismo.

ouroboros_bn1
 
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GiuseppeConti
view post Posted on 4/7/2011, 20:19     +2   +1   -1




L'uroboros è ripreso anche nel libro di Michael Ende "La Storia Infinita", come simbolo della ciclicità e della ripetizione degli eventi dell'universo.uro6

SPOILER]

uro4

Lo storico Giambattista Vico con la sua teoria dei "corsi e ricorsi storici" affermò che lo sviluppo di ogni popolo si evolve sempre secondo livelli progressivi e sempre uguali. La storia umana non va avanti né verso il meglio, né verso il peggio, ma semplicemente "va", fino all'estinzione di quel dato popolo, nella cui nicchia spazio-temporale se ne inserirà un altro.
Allargando il discorso, Vico arrivò a identificare all'interno delle varie epoche umane dei punti in comune, dei "momenti definitivi", tali da potergli far affermare che la Storia stessa si ripete, secondo cicli sempre uguali a se stessi. Vico vide nell'imbarbarimento della propria epoca un "ricorso" della barbarie preistorica, ed arrivò a chiamarlo "la barbarie seconda".

uro1s

"Nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma." diceva Antoine Lavoisier, intendendo come ogni energia prodotta, a prescindere dalla sua natura, sia soggetta a trasformarsi e a non annullarsi mai del tutto.

uro2

"Repetita iuvant", dicevano i latini. Nel senso che "le cose ripetute aiutano". E se lo dicevano i latini, doveva essere vero per forza... :P

uro3

"Solo due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana. E non sono nemmeno tanto sicuro della prima." (Albert Einstein)

uro5

[SPOILER]Non mi direte che le altre voci le avete fatte tutte da voi? :D


Edited by GiuseppeConti - 4/9/2011, 22:48
 
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view post Posted on 4/7/2011, 20:20     +1   +1   -1
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pROPRIO INTERESSANTE IL TUO MITO BRAVO!
 
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view post Posted on 5/7/2011, 08:14     +1   +1   -1
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Cher Chef Joseph... Un "Aiutino" da Wikipedia o altro, un sigaro toscano e una Croce di Cavliere.. Non si nega a nessuno! Ahahah!
Andy
 
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GiuseppeConti
view post Posted on 4/9/2011, 21:46     +1   -1




ADDENDUM:

Dell'Uroboros parla anche lo scrittore Valerio Evangelisti in "Rex Tremendae Maiestatis", l'ultimo romanzo dell'inquisitore Eymerich.
Nonostante che questo libro, stando alle dichiarazioni dell'autore, sia destinato ad essere il capitolo finale della serie,
la presenza dell'Urobosors al suo interno (simbolo dell'infinito e della continuità senza sosta) potrebbe far pensare che Evangelisti,
in realtà, sia tutt'altro che intenzionato ad accantonare per sempre questo suo fortunatissimo personaggio...
 
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view post Posted on 7/9/2011, 19:54     +1   +1   -1
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Speriamo che ce o lasci, Joseph! No ho letto, ma io adoro >Eimerych.. laddove no si fosse capito!
Un bravo collega, tra le altre cose, coe dice qui Cersuemada che occhieggia da dietro la mia spalla!:-)
Andy
 
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GiuseppeConti
view post Posted on 24/2/2012, 18:57     +1   -1




CITAZIONE (Fert-Fert-Fert @ 24/2/2012, 18:38) 
Ogni lode all'Uroboro, che tutto tiene e nulla esclude.
Ci stavo scrivendo un poema sopra, per ora sono a 600 versi. Lascio un piccolo stralcio.

In questa mia guerra, che amore committe, che urta?
Ho scelto, voluto, io incedo, ritorno in futuro
nei gesti di un altro, in vita più longa o più curta,
io sono passato, presente, io sono venturo,
nei panni che vesto, in quelli che l'orma calcaro.

Medesimo porto governa il medesimo faro,
Dall'onde trireme nasconde di bronzo sperone,
il Ciclo è rifugio, sicuro bastione è a me caro,
è sola certezza, di Storia la sola ratione:
estolto hanno tutto, non tange avvoltoio me sano.

"Ripianto quei semi: attendo, Uroboro, quel grano!
Conosco, davvero, che il Ciclo l'è pure la falce,
ma fulgidi fasci tu lascia disporre a mia mano;
poi pietre su pietre ancor disporrò senza calce,
ancora campagna godrà di sua forma 'sì dolce!"

E' interessante. Vedi di postarla per intero quanto prima.
 
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GiuseppeConti
view post Posted on 7/10/2012, 18:53     +1   -1




dragonescher

C.Escher, Drago che si morde la coda

Come corollario a ciò (ma, dell'infinito, ce ne sono infiniti di corollari), riporto qui da Wikipedia dice della Costellazione del Serpente. Leggete perché è interessante:

"Il Serpente (in latino Serpens) è una delle 88 costellazioni moderne ed era anche una delle 48 elencate da Tolomeo. È l'unica delle moderne costellazioni ad essere divisa in due parti: la Testa del Serpente (Serpens Caput) ad ovest e la Coda del Serpente (Serpens Cauda) ad est. Tra queste due parti si trova la costellazione di Ofiuco, colui che porta il serpente.

serpens


Quando nel 1930 l'Unione Astronomica Internazionale decise di tracciare dei confini netti alle costellazioni, formati da archi orari e cerchi concentrici seguendo le coordinate celesti, si trovarono a dover stabilire i contorni del Serpente e dell'Ofiuco, le quali erano fortemente legate e sovrapposte in più parti; in parte basandosi sulla nomenclatura stellare, in parte basandosi sugli atlanti celesti precedenti, si stabilì che il Serpente dovesse essere diviso in due parti: la Testa e la Coda. la sigla della costellazione è Ser per entrambe le parti, ma talvolta, per indicare maggior precisione, si utilizzano le sigle Ser cp per la Testa e Ser cd per la Coda.
Poiché il Serpente viene considerato una sola costellazione anche se è diviso in due metà, l'ordinamento della nomenclatura di Bayer segue l'ordine di luminosità di entrambe le costellazioni. La parte della Testa è quasi interamente a nord dell'equatore celeste, mentre la parte della Coda sta a cavallo di esso, lungo la parte terminale della Fenditura del Cigno, un complesso di nebulose oscure che attraversa la Via Lattea boreale in senso longitudinale.
Il Serpente è una costellazione ben visibile nei mesi compresi fra maggio e settembre, da entrambi gli emisferi. Solo una delle stelle del Serpente è più luminosa della terza magnitudine, perciò la costellazione non è facile da scorgere, se non si dispone di cieli tersi. α Serpentis, chiamata Unukalhai, si trova nella Testa. δ Serpentis, anch'essa nella Testa, è una stella doppia posta a soli 27 anni luce dalla Terra. Anche θ Serpentis, nella Coda, è doppia.
Le stelle sono divise in questo modo: α, β, γ, δ, ε, ι, κ, λ, μ, π, ρ, σ, τ, χ e ω Serpentis nella Testa. ζ, η, θ, ν, ξ, e ο Serpentis nella Coda.

 
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GiuseppeConti
view post Posted on 7/10/2012, 19:23     +1   -1




Mi piacerebbe aggiungere una mia "ultima" riflessione sul pensiero:

L'andamendo ciclico del pensiero: Il pensiero non è mai una linea retta che va da A a B; è, al contrario, sempre descrivibile come un cerchio o un'ellisse: quando formuliamo una domanda, infatti, noi seguiamo un percorso mentale che ci porta sempre, inevitabilmente, a darci una risposta (giusta o sbagliata che sia), che è immancabilmente collegata alla domanda che ci siamo posti all'inizio.

PENSIERO PER TROVARE UNA RISPOSTA

FORMULAZIONE DI UNA DOMANDA urob RISPOSTA
PENSIERO RELATIVO ALLA DOMANDA

 
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view post Posted on 8/10/2012, 08:58     +1   +1   -1

Emozione Grande

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Sempre interessante e ricco di spunti di riflessione il tuo scrivere.
Condivido il fatto che a domanda fatta , inevitabilmente, ci si risponda ( giusta o sbagliata che sia la risposta ).
 
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GiuseppeConti
view post Posted on 9/1/2013, 15:57     +1   -1




L'uomo una risposta la DEVE trovare sempre. E dove non è possibile trovarla, se la INVENTA.

Edited by GiuseppeConti - 9/1/2013, 18:23
 
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