SE, SE, SE …
Maria non riesce quasi più a piangere. Ha versato troppe lacrime da quando, il giorno prima, ha ricevuto la telefonata dall’ospedale che la informava che la sua bambina (perché a 20 anni Claudia è per la madre, ancora una bambina) era ricoverata in terapia intensiva, ridotta in fin di vita dalle percosse di quello che lei chiamava il suo “fidanzato” e al quale era legata da una relazione tanto morbosa quanto tempestosa, tanto difficile da comprendere quanto appassionata. Maria si tormenta da anni e si accusa da sempre di non aver saputo essere una buona madre. Claudia sin dalla primissima adolescenza (10, 11 anni) le si era rivoltata contro, l’aveva sfidata derogando alle poche regole di cui chiedeva il rispetto,era stata fuori casa per notti intere,aveva iniziato a fumare (e non solo sigarette) a 13 anni, aveva bevuto sino a stare male a 14, aveva cambiato tre diverse scuole superiori, facendosi regolarmente bocciare il primo anno, aveva frequentato ragazzi dall’aspetto e dal comportamento equivoci sostenendo che erano tanto divertenti., sino a che aveva conosciuto Ben, tanto più grande di lei, con il quale era andata a convivere appena compiuti i 18 anni. A nulla era servito che Maria gridasse, minacciasse di chiuderla a chiave in casa, si appellasse al papà morto, che chissà cosa avrebbe pensato di una figlia così, che sembrava ritenere lo scopo della vita solamente divertirsi, senza studiare né lavorare, senza un progetto per il futuro. Nemmeno i servizi sociali, più volte interpellati, erano andati oltre ramanzine, proposte di andare a vivere in una casa-famiglia (respinte con pianti disperati che avevano commosso Maria), raccomandazioni di rivedere tutti i propri obiettivi e intenti. Se, si dice ora Maria, seduta al di qua del vetro divisorio, da dove può solo vedere un visino pallido bendato dietro un intrico di tubi e tubicini, se fosse stata più dura, se , invece, fosse stata più dolce, se fosse stata più colta ed intelligente ed avesse saputo trovare le parole giuste per penetrare in quella creatura ostile e ribelle che era diventata la sua bambina, quella che, pure, a cinque o sei anni le si aggrappava alle ginocchia per essere ancora presa in braccio. E se, soprattutto, non avesse incontrato per caso Mauro, che faceva il meccanico in un’officina nei fondi del palazzo dove lei si recava a fare le pulizie per mantenere sé e la bambina, dopo essere rimasta vedova a soli 26 anni … E se, anche avendolo incontrato, avesse saputo immaginare che sposarlo avrebbe scatenato la gelosia e la ribellione di Claudia, che aveva ormai 9 anni … E se avesse rinunciato a ricominciare ad essere una donna per rimanere soltanto una madre sola … E se… e se … Mauro aveva cercato di guadagnarsi l’affetto di Claudia, ma ogni suo tentativo sembrava accentuare la rivolta della bambina, che gli si dimostrava sempre più palesemente nemica crescendo, tanto che lui non cercava nemmeno più di fare il sostituto del padre perduto e si indignava solamente quando vedeva che Claudia rispondeva alla madre, le si ribellava, trasgrediva ogni orario e regola. E se… se… se lei non si fosse sentita quasi sollevata due anni prima, quando Claudia era andata a vivere con Ben… E se si fosse accorta subito che il “fidanzato” (che diverso significato aveva un tempo questa parola!) era manesco e violento e geloso, che già tante volte aveva reagito con furia ai tentativi della ragazza di avere una vita sua, fuori dalla casa in cui viveva come reclusa con lui … e se avesse insistito con Claudia perché lei lo denunciasse quel giorno in cui aveva visto chiaramente sul suo viso i segni delle percosse … ma Claudia aveva rifiutato di farlo e, anche quando Maria l’aveva nascosta due notti in casa di una zia perché lui non la trovasse, era tornata spontaneamente da lui … Se … se … se … se tutta la vita di Maria fosse stata diversa, ora Claudia non sarebbe stata lì, tra la vita e la morte, vittima di un’aggressione più violenta del solito, perché aveva manifestato l’intenzione di andarsene … Maria è una donna semplice, ma i suoi sentimenti non sono per questo meno complessi ed intensi. Vorrebbe accogliere su di sé tutto il malessere, tutta la vita sbagliata, tutte le scelte da evitare di sua figlia e pagare lei, lei sola, soffrire lei, morire lei al suo posto. Ma mentre il peso del dolore sembra schiantarle l’animo, mentre l’amore per quella figlia sbagliata le sembra adesso immenso, mentre si chiede come potrà espiare,se Claudia muore, la sua inefficienza come madre, ecco che dietro il vetro le sembra di scorgere qualcosa di mutato: una palpebra si è sollevata, una mano ha fatto un cenno forse involontario, forse di saluto. Maria grida, grida, finché accorre un’infermiera e, dopo l’infermiera, un medico. E’ vero, Claudia sta uscendo dal coma, forse la vita può essere tutta riscritta, forse non è stato poi tutto irrimediabile, forse, ora che il carnefice di sua figlia è finalmente stato arrestato, lei tornerà ad essere la sua bambina e potranno capirsi e volersi bene come tanti anni prima.
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