Ho visitato, domenica scorsa, la mostra DAGLI IMPRESSIONISTI A PICASSO a Palazzo Ducale, Genova. Tanti aggettivi potrebbero essere impiegati per definirla: splendida, emozionante, straordinaria...tutti superlativi. Sono esposti, secondo un percorso didattico cronologico, 52 capolavori dell'arte europea, rappresentativi della prestigiosa collezione del Detroit Institute of Arts. Quella di Genova è l'unica tappa europea della mostra e la scelta della nostra città viene spiegata alla fine del percorso, nell'ultima sala, dove, tra i capolavori dell'arte barocca che ornano le pareti, vi è un affresco che rappresenta lo sbarco di Colombo a San Salvador. Questo è sembrato simbolico, agli organizzatori del tour europeo dei capolavori delle avanguardie del primo novecento: dagli Stati Uniti a Genova, città di cui era originario il grande navigatore che per primo era giunto nel continente americano, nella sua audace rotta da oriente ad occidente. Le opere esposte nella prima sala ci mostrano come dall'accademismo si fosse passati al realismo, prima della rivoluzione impressionista. Appaiono poi, nelle sale successive, alcuni emozionanti capolavori come "I gladioli" di Monet, la "Bagnante seduta" di Renoir, come l'autoritratto di Van Gogh dipinto una settimana prima del suicidio, come le "Ballerine nella stanza verde" di Degas (anche se Degas viene definito non veramente impressionista perché non dipingeva en pleine air, ma solo nel chiuso di una stanza e soggetti in una stanza) ed altri che sarebbe ora troppo lungo elencare e recensire. Alcuni tipici volti allungati, dagli occhi volutamente vuoti e dalla monocromia, che contrasta con il tripudio di colori degli impressionisti, si rivelano immediatamente come opere del grande Amedeo Modigliani. Altra sala di forte impatto emotivo (almeno per me) è quella dedicata a Picasso: opere del periodo blu si affiancano ad altre in cui è evidente il passaggio al cubismo. Con l'astrattismo di Kandisky si conclude l'esposizione di queste eccezionali opere di un trentennio di avanguardie artistiche europee, che a Parigi avevano trovato l'ambiente più fertile e ricettivo per esprimersi. Ed è curioso ed anche triste, a mio parere, che questi 52 capolavori non appartengano a musei francesi o, comunque, europei, ma si trovino negli Stati Uniti, dove il collezionismo d'arte, evidentemente, si è sviluppato di pari passo con l'industrializzazione e il capitalismo.. e a Detroit torneranno dopo il 10 aprile, quindi chi non vuole perdere l'occasione di vederli dal vivo, anziché nelle pagine dei libri di storia dell'arte, si affretti ... la mostra è aperta dalle 9.30 alle 19.30, eccetto il lunedì in cui è chiusa nella mattinata.
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