|
Non so come, ma riesco ad addormentarmi nell’ascolto monotono del rovescio.
Più comprensibile, considerato il mio attuale stato d’animo, è il sogno che faccio ma che neanche mi accorgo di stare facendo. Credo di essere finita in un nascondiglio, un rifugio per evitare crolli causati da bombe lanciate da aerei…
C’è la guerra, quella che ho studiato a scuola, quella che ho visto nei film. Da come sento parlare capisco di essere a Roma ma, esattamente dove, mi sfugge.
Intorno a me, seduta a terra, c’è gente che prega, qualcuno che piange, bambini che corrono e giocano tra le gambe degli adulti.
In un piccolo cerchio di donne che recita piano il rosario, scorgo una bambina con sua madre. La conosco: è mamma, avrà circa sette anni, mi sto avvicinando per salutare lei e mia nonna quando un fragore di sirena fa smuovere tutta la gente che si dirige in massa all’uscita.
Seguo la scia delle persone e mi ritrovo per strada, ma sdraiata nel mio letto. Forse è ora di alzarmi e di andare a lavorare.
|