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Posts written by ElectraMB

view post Posted: 1/2/2022, 12:47     Il vecchio poeta e la fedele anima della sua poesia da cani - archivio gare di poesia del 2013
grazie Nadia per queste tue parole però non ne comprendo il motivo... chi sparla di me? Non che mi interessi il nome... il suo nome è " Nessuno " ... io ho una casella postale a cui scrivere se qualcuno vuole parlarmi... sarò lieta di rispondere ( anche per le rime... :D )
view post Posted: 6/1/2022, 10:57     LA VERA STORIA DELLA BEFANA - Narrativa

LA VERA STORIA DELLA BEFANA



"In un villaggio, non molto distante da Betlemme, viveva una giovane donna che si chiamava Befana. Non era brutta, anzi, era molto bella e aveva parecchi pretendenti...Però aveva un pessimo caratteraccio. Era sempre pronta a criticare e a parlare male del prossimo. Cosicché non si era mai sposata, o perché non le andava bene l’uomo che di volta in volta le chiedeva di diventare sua moglie, o perché l’innamorato – dopo averla conosciuta meglio – si ritirava immediatamente.
Era, infatti, molto egoista e fin da piccola non aveva mai aiutato nessuno. Era, inoltre, come ossessionata dalla pulizia. Aveva sempre in mano la scopa, e la usava così rapidamente che sembrava ci volasse sopra. La sua solitudine, man mano che passavano gli anni, la rendeva sempre più acida e cattiva, tanto che in paese avevano cominciato a soprannominarla “la strega”. Lei si arrabbiava moltissimo e diceva un sacco di parolacce. Nessuno in paese ricordava di averla mai vista sorridere. Quando non puliva la casa con la sua scopa di paglia, si sedeva e faceva la calza. Ne faceva a centinaia. Non per qualcuno, naturalmente! Le faceva per se stessa, per calmare i nervi e passare un po’ di tempo visto che nessuno del villaggio veniva mai a trovarla, né lei sarebbe mai andata a trovare nessuno. Era troppo orgogliosa per ammettere di avere bisogno di un po’ di amore ed era troppo egoista per donare un po’ del suo amore a qualcuno. E poi non si fidava di nessuno. Così passarono gli anni e la nostra Befana, a forza di essere cattiva, divenne anche brutta e sempre più odiata da tutti. Più lei si sentiva odiata da tutti, più diventava cattiva e brutta.
Aveva da poco compiuto settant’anni, quando una carovana giunse nel paese dove abitava. C’erano tanti cammelli e tante persone, più persone di quante ce ne fossero nell’intero villaggio. Curiosa com’era vide subito che c’erano tre uomini vestiti sontuosamente e, origliando, seppe che erano dei re. Re Magi, li chiamavano. Venivano dal lontano oriente, e si erano accampati nel villaggio per far riposare i cammelli e passare la notte prima di riprendere il viaggio verso Betlemme. Era la sera prima del 6 gennaio. Borbottando e brontolando come al solito sulla stupidità della gente che viaggia in mezzo al deserto e disturba invece di starsene a casa sua, si era messa a fare la calza quando sentì bussare alla porta. Lo stomaco si strinse e un brivido le corse lungo la schiena. Chi poteva essere? Nessuno aveva mai bussato alla sua porta. Più per curiosità che per altro andò ad aprire. Si trovò davanti uno di quei re. Era molto bello e le fece un gran sorriso, mentre diceva: “Buonasera signora, posso entrare?”. Befana rimase come paralizzata, sorpresa da questa imprevedibile situazione e, non sapendo cosa fare, le scapparono alcune parole dalla bocca prima ancora che potesse ragionare: “Prego, si accomodi”. Il re le chiese gentilmente di poter dormire in casa sua per quella notte e Befana non ebbe né la forza né il coraggio di dirgli di no. Quell’uomo era così educato e gentile con lei che si dimenticò per un attimo del suo caratteraccio, e perfino si offrì di fargli qualcosa da mangiare. Il re le parlò del motivo per cui si erano messi in viaggio. Andavano a trovare il bambino che avrebbe salvato il mondo dall’egoismo e dalla morte. Gli portavano in dono oro, incenso e mirra. “Vuol venire anche lei con noi?”. “Io?!” rispose Befana.. “No, no, non posso”. In realtà poteva ma non voleva. Non si era mai allontanata da casa.
Tuttavia era contenta che il re glielo avesse chiesto. “Vuole che portiamo al Salvatore un dono anche da parte sua?”. Questa poi… Lei regalare qualcosa a qualcuno, per di più sconosciuto. Però le sembrò di fare troppo brutta figura a dire ancora di no. E durante la notte mise una delle sue calze, una sola, dove dormiva il re magio, con un biglietto: “per Gesù”. La mattina, all’alba, finse di essere ancora addormentata e aspettò che il re magio uscisse per riprendere il suo viaggio. Era già troppo in imbarazzo per sostenere un’altra, seppur breve, conversazione.
Passarono trent’anni. Befana ne aveva appena compiuti cento. Era sempre sola, ma non più cattiva. Quella visita inaspettata, la sera prima del sei gennaio, l’aveva profondamente cambiata. Anche la gente del villaggio nel frattempo aveva cominciato a bussare alla sua porta. Dapprima per sapere cosa le avesse detto il re, poi pian piano per aiutarla a fare da mangiare e a pulire casa, visto che lei aveva un tale mal di schiena che quasi non si muoveva più. E a ciascuno che veniva, Befana cominciò a regalare una calza. Erano belle le sue calze, erano fatte bene, erano calde. Befana aveva cominciato anche a sorridere quando ne regalava una, e perciò non era più così brutta, era diventata perfino simpatica.
Nel frattempo dalla Galilea giungevano notizie di un certo Gesù di Nazareth, nato a Betlemme trent’anni prima, che compiva ogni genere di miracoli. Dicevano che era lui il Messia, il Salvatore. Befana capì che si trattava di quel bambino che lei non ebbe il coraggio di andare a trovare.
Ogni notte, al ricordo di quella notte, il suo cuore piangeva di vergogna per il misero dono che aveva fatto portare a Gesù dal re magio: una calza vuota… una calza sola, neanche un paio! Piangeva di rimorso e di pentimento, ma questo pianto la rendeva sempre più amabile e buona.
Poi giunse la notizia che Gesù era stato ucciso e che era risorto dopo tre giorni. Befana aveva allora 103 anni. Pregava e piangeva tutte le notti, chiedendo perdono a Gesù. Desiderava più di ogni altra cosa rimediare in qualche modo al suo egoismo e alla sua cattiveria di un tempo. Desiderava tanto un’altra possibilità ma si rendeva conto che ormai era troppo tardi.
Una notte Gesù risorto le apparve in sogno e le disse: “Coraggio Befana! Io ti perdono. Ti darò vita e salute ancora per molti anni. Il regalo che tu non sei venuta a portarmi quando ero bambino ora lo porterai a tutti i bambini da parte mia. Volerai da ogni capo all’altro della terra sulla tua scopa di paglia e porterai una calza piena di caramelle e di regali ad ogni bambino che a Natale avrà fatto il presepio e che, il sei gennaio, avrà messo i re magi nel presepio. Ma mi raccomando! Che il bambino sia stato anche buono, non egoista… altrimenti gli metterai del carbone dentro la calza sperando che l’anno dopo si comporti da bambino generoso”.
E la Befana fece così e così ancora sta facendo per obbedire a Gesù.
Durante tutto l’anno, piena di indicibile gioia, fa le calze per i bambini… ed il sei gennaio gliele porta piene di caramelle e di doni.
È talmente felice che, anche il carbone, quando lo mette, è diventato dolce e buono da mangiare.
BUONA EPIFANIA A TUTTI🥳❤🥳

dal web
view post Posted: 16/12/2021, 18:27     Il Natale come sarebbe raccontato oggi da giornalisti e Magistrati - Narrativa
Trovato neonato in una stalla. Arrestati un falegname, una minorenne, tre extracomunitari ed un gruppo di pastori senza dimora.
ANSA – 25 dicembre.


L'allarme è scattato nelle prime ore del mattino, grazie alla segnalazione di un comune cittadino che ha notato strani movimenti nei pressi di una stalla.
Arrivati sul posto, gli agenti di polizia accompagnati da assistenti sociali, hanno trovato un bambino in precarie condizioni igieniche e tra gli escrementi di una mucca e di un asino, avvolto in uno scialle e depositato su una mangiatoia con vicino una bambina la quale dichiarava di essere la madre, tale Maria di Nazareth, appena quattordicenne.
Al tentativo della polizia e degli operatori sociali di far salire ragazza e bambino sui mezzi di soccorso, un uomo adulto successivamente identificato come Giuseppe di Nazareth, falegname precario, asseriva di essere il padre adottivo del bimbo, spalleggiato da alcuni pastori e da tre stranieri opponeva resistenza. Tutti i presenti sono stati identificati, mentre Giuseppe ed i tre stranieri risultati sprovvisti di documenti e di permessi di soggiorno, sono stati fermati.
Il Ministero dell'Interno e la Guardia di Finanza stanno indagando per scoprire il Paese di provenienza dei tre clandestini, nulla esclude che possano essere spacciatori internazionali, dato che erano in possesso di un ingente quantitativo d'oro e di sostanze sconosciute. Nel corso del primo interrogatorio, i tre si sono dichiarati diplomatici ed agire in nome di Dio, per cui non si escludono legami con Al-Qaeda o l' ISIS.
Si prevedono indagini lunghe e difficili.
Un breve comunicato stampa dei servizi sociali, diffuso nella mattinata, si limita a rilevare che il presunto padre adottivo del neonato è un adulto di mezza età, mentre la presunta madre è adolescente. Gli inquirenti si sono messi in contatto con le autorità di Nazareth per scoprire quale sia il rapporto tra i due e se esistono a carico dell’uomo precedenti denunce per adescamento di minore o pedofilia. Nel frattempo Maria è stata ricoverata presso l'ospedale di Betlemme e sottoposta a visite sia cliniche che psichiatriche, dato che dopo aver dichiarato di aver avuto un figlio, afferma di essere ancora vergine. Il fatto poi che sul posto siano state rinvenute sostanze sconosciute non migliora certo il quadro. Pochi minuti fa si è sparsa la voce che anche i pastori presenti nella stalla potrebbero essere consumatori abituali di droghe. Pare, infatti, che affermino di essere stati costretti da un uomo con una lunga veste bianca e due ali sulla schiena, a seguire una cometa per recarsi nella stalla.
Il PM ha così commentato: "Non possiamo anticipare nulla, ma questa è senz'altro una inchiesta che punta molto in alto e che andrà avanti molto!"....

( dal web )

buone feste a tutte/i

view post Posted: 17/11/2021, 18:21     17 novembre 2021 - Pensieri
<3 questa per me è una giornata di ricordi dolorosi, di rimpianti e di amore per chi sento vivo nel mio cuore... il 17 novembre 1994 papà volava via sulle ali di un gabbiano...

Coriandoli di schiuma
Dove vanno a dormire
i gabbiani
quando cala la sera
e l'aria, improvvisa, si placa
del loro stridulo grido...
Dove...
portando lontano
le ali fiaccate
dal peso della speranza
e delle illusioni...
Dove vanno a dormire
i gabbiani
quando le onde
di un mare in tempesta
squassano l'anima
e la frantumano
in coriandoli di schiuma
sulle rocce...

ElectraMB




<3 A mio padre




Genova, 17 novembre
Ciao papà,sono passati ventisette anni da quando te ne sei andato.Mi sono costretta a pensare che tu avessi solo cambiato abito e che io, per questo motivo, non ti potessi più distinguere tra la folla.Ti ho cercato in ogni gabbiano che volava sul mare...Ho rimandato finché ho potuto ma, adesso, ti debbo parlare.Lo devo fare se voglio continuare la mia vita senza essere più tormentata dai dubbi atroci che nascono all'improvviso nella memoria impedendole ed impedendomi di trovare, non dico la pace, ma almeno quella pausa che s'impone quando anche le ultime riserve sono finite.Ti debbo parlare; ma come se tu non ci sei?Non riesco a sentirti, a vederti, non riesco neppure a ricordare come eri prima che tutto accadesse.Riesco solo a vedere la tua sofferenza, che si mischia alla mia, dipinta nei tuoi occhi smarriti che mi fissano per quegli ultimi istanti in cui sei ritornato forse solo per salutarmi.Ma é stata questione di un attimo.Ti avevo chiamato con tutta la mia disperazione, ti avevo urlato, in silenzio, che dovevi rimanere.Avevo esultato dentro di me, convinta d'aver vinto.Stupida presunzione!Ti ho cullato come un bambino accarezzando i tuoi capelli, cantandoti una ninna nanna, quando ho compreso che eri tu che volevi dormire.Ti ho odiato per questa tua scelta.Ti ho amato per tutto il resto.

la tua Electra




<3 Un uomo



Cammina dietro di me.
Distinguo chiaramente il suono dei suoi passi sulla neve, ora ovattato, ora scricchiolante.Sento, quasi, il calore del suo respiro sulla mia nuca quando, volutamente, rallento per permettergli di raggiungermi.Ma più di quel tanto non si avvicina mai; mai tanto da consentirmi di vederlo in viso al chiarore di quelle stelle, luminose come solo sanno essere in una notte montana.Dovrei aver paura di quella presenza incombente, inquietante...stranamente avverto, invece, una sensazione di pace e di serenità insinuarmisi dentro fino a sciogliere quel nodo di doloroso annientamento che mi ha tenuta, fino ad ora, in sospeso fra la realtà che volevo negare e l'illusione di poter far rivivere ciò che é inesorabilmente finito.
Si fermano anche i suoi passi.
Chiudo gli occhi.Nella mente si formano allora parole più che immagini." Prosegui da sola - mi dice - adesso io devo andare."Tengo gli occhi serrati così forte che mi fanno male... non voglio vederlo allontanare.
I suoi passi, ora ovattati, ora scricchiolanti sulla neve, si allontanano sempre di più lasciando un'orma profonda nella mia anima. <3

ElectraMB



view post Posted: 18/9/2021, 09:27     Pachacamac o Pacha Kamaq ('colui che ha creato la Terra') - miti e leggende peruviane
Pachacamac o Pacha Kamaq ('colui che ha creato la Terra'), nella mitologia inca, veniva considerato il dio creatore. Veniva venerato in particolar modo dai popoli che vivevano lungo le coste centrali del Perù pre-incaico, ma fu successivamente annesso al pantheon e al culto ufficiale inca.

I miti che lo riguardano sono piuttosto confusi: alcuni, per esempio, lo identificano come Ayca, il fratello codardo di Manco Cápac, mentre secondo altri, lui, Viracocha e Manco Capac sarebbero gli unici figli di Inti, il dio del sole. Secondo un'altra leggenda, Pachacamac avrebbe creato il primo uomo e la prima donna (l'Inca e la Coya), ma si dimenticò di nutrirli e, quando l'uomo morì e la donna pregò suo padre Inti di renderla madre di tutti i popoli della Terra, Pachacamac si infuriò. Man mano che i bambini nascevano cercò di ucciderli a uno a uno, ma finì per essere picchiato e gettato in mare dal proprio figlio, l'eroico Wichama, dopodiché rinunciò alla lotta e si accontentò di essere proclamato il dio supremo di tutti gli animali marini. Secondo un'altra versione della leggenda a rendere madre la donna fu lo stesso Pachacamac.

Un'altra leggenda narra che Pachacamac, il maggiore dei tre fratelli, arrivato sulla Terra, salì sulla cima più alta di un monte e lanciò quattro pietre, in direzione dei quattro punti cardinali, per poi prendere possesso di tutto quello che il suo sguardo riusciva ad abbracciare e fino a dove le sue pietre erano state scagliate. L'altro fratello, l'astuto e ambizioso Manco Capac, rinchiuse però Pachacamac in una caverna e s'impossessò dei suoi averi. Il terzo fratello, il buon Viracocha allora se ne andò, preferendo abbandonare i terribili fratelli assetati di potere e i loro intrighi.

Secondo altri racconti, Pachacamac avrebbe invece rivestito un ruolo di primaria importanza nell'occuparsi e prendersi cura degli esseri umani. La leggenda di Pachamama narra che Pachacamac fosse lo sposo di Pachamama e che la loro unione era come quella del Cielo e della Terra. Così nacquero due figli. Pachacamac voleva avere la supremazia sugli dei e per questo cadde in mare e vi rimase prigioniero. In questo punto della leggenda scompare. Riapparirà solo nell'ultima parte, dove i suoi figli lo ritrovano in paradiso e diventano il sole e la luna (quindi i figli di Pachamama erano probabilmente Inti e Mamaquilla).


Dopo il tempio di Corincacha, o sala de oro (le pareti erano ricoperte di lamine del prezioso metallo) dedicato al dio del sole Inti, il tempio più importante del culto inca era quello situato a Lurín, vicino a Lima, e dedicato dai Chinchas a Pachacamac.

I Chinchas, è necessario sottolinearlo, avevano in Chincha Cámac il loro Essere Supremo, ma adoravano anche il dio Pachacamac (più per timore che per rispetto o devozione), e a lui dedicavano templi e huacas come simboli della loro riconoscenza per la sua opera di creatore. A lui veniva anche offerta un'ampia scelta di frutti della terra, come ringraziamento per aver salvato gli antichi padri dalla fame, agli inizi del tempo, e assicurarsi così la benevolenza e la protezione di questo potente e temibile dio.

Nel grande tempio di Lurín, venne eretto un santuario per il culto del dio senza pelle e senza ossa, così veniva chiamato Pachacamac dai suoi fedeli. Gli Incas, dopo aver assimilato questo dio e il suo culto a quello del sole, lavorarono alacremente all'impreziosimento di questo edificio, fino al punto che riuscì a eguagliare la bellezza dello stesso tempio di Corincacha. La cappella centrale, quella del dio Pachacamac, venne completamente ricoperta di lamine d'oro, applicando lo stesso metodo che era stato usato per il rivestimento di gran parte del Tempio del Sole di Cusco.

dal web
view post Posted: 6/8/2021, 12:47     da "Il senso della vita" Oriana Fallaci - Narrativa d'autore

...La morte della madre non è paragonabile alla morte dell’uomo che amavi: è l’anticipo della tua morte.
Perché è la morte della creatura che ti ha concepito, portato dentro il ventre, regalato la vita.
E la tua carne è la sua carne, il tuo sangue è il suo sangue, il tuo corpo è un’estensione del suo corpo: nell’attimo in cui muore, muore fisicamente una parte di te o il principio di te, né serve che il cordone ombelicale sia stato tagliato per separarvi.
Per rinviar quella morte che era un anticipo della mia morte, dunque mi tenevo sveglia.
Per tenermi sveglia la tenevo sveglia e parlavo, parlavo.
Le raccontavo ciò che non le avevo mai raccontato e non avrei mai raccontato a nessuno, le mie ferite, i miei rimpianti, i miei dubbi, prezioso fardello tuttavia giacché era esso stesso vita, le dicevo che malgrado quelle ferite e quei rimpianti e quei dubbi mi piaceva tanto la vita, ero così contenta d’esser nata, e la ringraziavo in ginocchio d’avermi partorito.


da "Il senso della vita"
Oriana Fallaci



oriana-fallaci-2

view post Posted: 6/8/2021, 09:14     Ciao da Elisa - Welcome...

Ben arrivata fra noi... spero di leggere presto qualche tua opera
ElectraMB

view post Posted: 27/7/2021, 16:01     Un saluto veloce!!! - Welcome...
Ain't No Sunshine
Bill Withers



Ain't no sunshine when she's gone
It's not warm when she's away
Ain't no sunshine when she's gone
And she's always gone too long
Anytime she's goes away
Wonder this time where she's gone
Wonder if she's gone to stay
Ain't no sunshine when she's gone
And this house just ain't no home
Anytime she goes away
And I know, I know, I know, I know
I know, I know, I know, I know, I know
I know, I know, I know, I know, I know
I know, I know, I know, I know, I know
I know, I know, I know, I know, I know
I know, I know
Hey I oughta leave young thing alone
But ain't no sunshine when she's gone, woh woh
Ain't no sunshine when she's gone
Only darkness every day
Ain't no sunshine when she's gone
And this house just ain't no home
Anytime she goes away
Anytime she goes away
Anytime she goes away
Anytime she goes away
view post Posted: 27/7/2021, 09:07     +1Un saluto veloce!!! - Welcome...

:( mi spiace.... anche se ho colto un lieve accenno alla mia situazione... ^_^ :lol: :rolleyes:
Un abbraccione !
Electra



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